L’unica cosa chiara nel “pasticcio De Luca” è che nessuno ha le idee chiare

Previsioni da una regione che vive un perenne caos: «Nella migliore delle ipotesi, vivremo una pseudo normalità sino ad ottobre. Parla Marco Demarco (Corriere)

Ieri in Campania avrebbe dovuto insediarsi il nuovo consiglio regionale, eletto lo scorso 31 maggio. Il governatore Vincenzo De Luca avrebbe dovuto nominare il suo vicepresidente nel pomeriggio. Tutti atti normali in una Regione dopo le elezioni: ma non possibili in Campania, dove al momento sono destinati a rimanere accompagnati dal condizionale d’obbligo, come sospesi in un limbo. L’unico atto che può accompagnarsi al presente indicativo, oggi in Campania, è quello degli avvocati di De Luca, che presentano il ricorso al Tribunale di Napoli contro il decreto di sospensione della carica firmato venerdì sera da Matteo Renzi. Una situazione inedita giuridicamente nella storia d’Italia, ma con inevitabili risvolti pratici, dato che da tempo la Campania non ha più qualcuno che la guidi. «È un pasticcio. Anzi una catena di pasticci unici», sospira Marco Demarco, editorialista del Corriere della sera e fondatore del Corriere del Mezzogiorno.

Cosa succederà adesso dopo il ricorso al tribunale presentato da De Luca?
Avremo una nuova fase di sospensione. Alla sospensione per il presidente della Regione, si aggiungerà anche quella del Consiglio regionale. Questo varrà per una decina di giorni. Poi tutto sarà rimesso al tribunale di Napoli: se i giudici accoglieranno la richiesta della “sospensione della sospensione”, De Luca sarà rimesso in sella, si ricomincerà a governare e si tornerà ad una pseudo normalità, almeno sino alla prossima sospensione, che dovrebbe scattare ad ottobre, quando la Corte costituzionale interverrà sulla legge Severino

Questo nell’ipotesi che il tribunale accolga il ricorso presentato dal neogovernatore. E se invece i giudici lo respingessero?
Andremo verso lo scioglimento del consiglio regionale: dato che ieri De Luca non ha nemmeno potuto nominare il vicepresidente, perché a causa della sua sospensione anche quest’atto avrebbe potuto essere annullato, l’unica ipotesi è quella dello scioglimento totale. Poiché, però, la legge oggi non prevede lo scioglimento di un consiglio che non si è nemmeno insediato, si potrebbe fare una legge ad hoc, magari per il commissariamento. Ma la verità è che non è previsto nemmeno questo, perciò siamo in un gran pasticcio. Il punto è che al pasticcio si aggiungono le previsioni errate dei protagonisti. De Luca, fino a qualche giorno fa, diceva che si sarebbe rivolto al Tar, e invece la Cassazione ha detto che ciò non è possibile. Quindi De Luca ha dichiarato che non sarebbe stato sospeso e invece venerdì sera è stato firmato il decreto della sua sospensione. Infine De Luca, venerdì, ha assicurato che oggi avrebbe nominato il suo vice, e anche questo non è avvenuto. Renzi aveva detto che De Luca non sarebbe stato sospeso, e invece vediamo tutti com’è andata a finire. L’unica certezza su questa vicenda dunque è che nemmeno i protagonisti politici hanno idea di dove stanno andando.

Quali sono i danni concreti che la Campania subisce da queste sospensioni?
Ahimé, la Campania non è come il Belgio che è riuscito a sopravvivere a mesi di malgoverno. I contraccolpi si sentiranno. I pagamenti della Regione alle aziende creditrici, per esempio, sono bloccati. La politica di spesa dei fondi europei è bloccata. Forse in dieci giorni non si arriverà al tracollo ma i danni sono importanti, soprattutto se lo stallo è destinato a prolungarsi. Inoltre ci sono danni “immateriali” non meno gravi. Dopo un’avventura di questo tipo, le forze antisistema acquisiranno un’enorme credibilità. Nella città di Napoli, dove la sinistra ha sempre avuto una fortissima tradizione – si pensi che è la città dell’ex presidente Giorgio Napolitano – ma dove anche la destra aveva un radicamento e esprimevano personaggi come Giorgio Almirante, oggi il primo partito è il Movimento 5 stelle. E con questo andazzo non andrà meglio per i partiti tradizionali. L’M5S prenderà tutto, salvo che non cali a Napoli anche la Lega, cosa che è ormai probabile. Il pasticcio del caso De Luca lo pagheremo in termini di protesta antisistema: il Pd non è riuscito a governare questa gravissima situazione e ritengo che abbia una grossa responsabilità non solo nell’immobilismo della regione, ma anche nella crisi della politica.

Foto Ansa

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