L’animalista vegano confuso

L’animalista vegano confuso è una bestia strana. Lo si trova comunemente nel suo ambiente naturale, a raccogliere fondi nelle piazze per gli animali pucciosi e a cercare disperatamente del cibo saporito nei negozi specializzati, ma si può celare dovunque. Potrebbe essere il vostro collega, il vostro vicino di casa, persino vostro figlio.

Dovunque lo troviate, state ben attenti ad intavolarci un discorso: lo stordimento è assicurato.

Comincerà col dirvi che l’Uomo ormai si è evoluto. Non ha più bisogno di latte o carne. Citerà articoli scientifici di dubbia provenienza. La bavetta che viene alla bocca pure ai morti a sentire il profumino della carne arrostita sulle braci è solo un riflesso animalesco, che nulla spartisce con la superiorità dell’Uomo moderno. Gli integratori lo aiutano a sopperire a tutte le carenze vitaminiche e proteiche. Lui deve stare lì a parlare, mica ha tempo di cucinarsi i legumi. Anche il suo gatto è vegano, e se sta perdendo il pelo è per colpa dell’inquinamento. Bisogna stare lontani dai propri istinti, fare quello che è giusto per il bene degli altri esseri viventi.

Citerà poi articoli che indicano che si può fare ricerca anche senza animali. Dirà che le cellule in vitro equivalgono all’animale intero, basta testare un tessuto alla volta. Stamperà paper di cui non sa neanche pronunciare il titolo che dicono in realtà tutto il contrario di quello che ha appena affermato. L’Uomo è saggio, l’Uomo è superiore: non testerà le sue medicine su altri esseri viventi prima di usarle su se stesso. Capirà il funzionamento delle malattie solo immaginandole, senza bisogno di vederle in vivo.

Non provate mai a cambiare discorso. Potreste avere delle sorprese. Se la conversazione virerà sulla fecondazione assistita, eterologa, probabilmente si batterà perché è un diritto naturale della donna quello di avere un figlio dal suo grembo: non si può andare contro al suo istinto materno. L’uomo non deve sottostare ai limiti imposti da Madre Natura.

Se parlerete di agricoltura affermerà che l’Uomo moderno è una rovina, che bisogna tornare alla naturalità, al raccoglitore che prende le bacche nel bosco selvaggio senza sfruttare il territorio. Senza trattori non ci sarebbe più disoccupazione. Gli Ogm sono un abominio dell’Uomo che non deve credersi superiore a Madre Natura. Non ditegli che, per non dover più uccidere vacche per estrarla dal loro pancreas, l’insulina per i diabetici è prodotta da un batterio Ogm. Imploderebbe.

Istinto o non istinto? Modernità o naturalità? Scienza o coscienza? Se non avete capito come la pensi, non vi preoccupate: neanche lui. È un po’ confuso, il ragazzo.

@FoodForJob

Exit mobile version