Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Un fermo immagine di Lucia Annunziata durante la trasmissione “Mezz’ora in più” su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Caro direttore, ha visto con quale arroganza si è comportata Lucia Annunziata con la ministra Eugenia Roccella? Per quanto tempo ancora dovremo sopportare conduttori Rai, pagati dai contribuenti, che usano la tv per fare propaganda a certe istanze? Non si rendono conto di cosa parlano quando parlano di utero in affitto? E calo un velo pietoso sulla parolaccia che la conduttrice si è pure fatta scappare nella concitazione.

Laura Chiffi via email

Non riesco a scandalizzarmi per la parolaccia, e poi la Annunziata si è più volte scusata e quindi lascerei perdere. Non mi scandalizzo nemmeno del tono, anche se capisco la sua insofferenza. Mi colpisce, invece, l’incapacità di fare i conti con la realtà, non solo dell’Annunziata, ma di una certa sinistra che chiede lo sdoganamento di una pratica obbrobriosa. E, ancor di più, mi pare gravissima la posizione di politici e amministratori pubblici che, in barba alle nostre leggi, cercano di aggirare le regole per permettere tali pratiche. Mi riferisco a Elly Schlein e a Beppe Sala (Matteo Forte ha spiegato tutto benissimo, qui) a Matteo Lepore e Stefano Lo Russo, a Dario Nardella e Antonio De Caro.

L’anagrafe non è “roba loro” e, come ha scritto giustamente Marina Terragni, impedendo le trascrizioni, noi non stiamo togliendo un diritto a questi bambini, ma stiamo riconoscendo loro il più importante: sapere la verità sulle loro origini. Ha scritto Terragni: «Oggi leggerete su alcuni quotidiani che queste bambine e questi bambini avranno meno diritti rispetto agli altri e saranno trattati come diseguali. È precisamente il contrario. Queste bambine e questi bambini avranno gli stessi diritti di tutti (scuola, pediatra etc) perché questi diritti sono normalmente assicurati a tutti i bambini registrati all’anagrafe come figli di un solo genitore: caso più frequente, quello delle madri single. Soprattutto, a queste bambine e a questi bambini sarà assicurato il diritto alla verità sulle proprie origini – diritto ribadito da tutte le convenzioni internazionali che verrebbe loro negato nel caso nei loro atti di nascita venisse dichiarato il falso, ovvero che sono figli di un “secondo padre” o di una madre che non ha con loro alcun legame biologico».

Quel che non sopporto è che si inquini il dibattito parlano di “amore” e “sentimenti”, quando questi non sono in questione, mentre il tema è molto più serio e radicale (nel senso della “radice” del nostro essere). Confondere le acque con il bene che i genitori vogliono ai bambini è pornografia sentimentale.

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Caro direttore, bello l’articolo sul Pd con il buco nel mezzo e niente intorno e il disagio dei catto dem. Ma prima di Elly sulle questioni bioetiche il Pd era un luogo adeguato per ospitare i cattolici?

Alessandro Pacini via email

Eh, caro Alessandro, questa è una domanda che andrebbe fatta ai nostri Prodi e prodini. Io mi astengo che poi va a finire che dico le parolacce come l’Annunziata.

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Gentile direttore, mi ha colpito la lettera del padre di 7 figli che vi ha scritto per criticare il centrodestra e promuovere l’iniziativa di Italia Viva e Azione. Provenendo da una simile esperienza di comunità cristiana trovo clamoroso l’abbaglio nell’abbracciare quell’esperienza politica del Terzo Polo che nasce all’insegna del trionfo della competenza. Oltre a notare che “abbiamo già dato” col governo Monti e che quell’esperienza dovrebbe insegnare che i capaci e i competenti non bastano per fare vere politiche per il bene comune, va detto che la competenza dovrebbe essere un presupposto e che la domanda da porre è per che cosa si spende questa competenza, a cosa è orientata, quale progetto di società vuole servire. E se dai frutti si vedono le radici, sapere che Italia Viva e Azione hanno votato per l’abolizione del motore endotermico e per il 100 per cento elettrici dal 2025 dimostra che la competenza senza popolo non serve a nulla anzi fa molto danno! Con cordialità,

Gianluca Ferrando via email

Concordo con lei, perfetto.

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Ma che morbo contagioso sta infestando donne e uomini soprattutto in Europa? Non parlo del Covid, che mi pare sempre più debole, malgrado certi cattivi profeti. Parlo di una sorta di pazzia collettiva, che sta attaccando il senno di chi, invece, dovrebbe mantenere il buon senso per aiutare la gente a vivere insieme e più serenamente. Così leggiamo che la direttrice di una scuola materna di Viareggio, pur essendo finito il tempo del Carnevale, decide che non si può tenere la festa del papà, perché ciò sarebbe discriminatorio (sic!) nei confronti di chi il papà non ce l’ha, anche perché oramai non ci sarebbe più la famiglia arrivata a noi dalla storia del diritto romano e poi della tradizione cristiana e dall’articolo 29 della Costituzione (e senza considerare che la famiglia con mamma, papà e figli rimane l’istituzione più presente in tutto il mondo). Leggiamo che nel Comune di Firenze anche negli atti ufficiali, che dovrebbero essere scritti nella lingua italiana, molte parole rimangono incomplete e vengono completate con un asterisco, onde evitare ogni discriminazione tra uomo e donna (sic!). Leggiamo che nel civile (finora) Veneto vogliono aprire una clinica per aiutare il cambio di sesso, anche se in molti Paesi dove ciò è già avvenuto hanno fatto molti passi indietro. Leggiamo che il presidente francese Macron, che ha da affrontare ben altri problemi, vuole fare inserire nella costituzione del suo Paese il principio del “diritto all’aborto”, cioè il diritto a porre fine ad una vita (sic!). Leggiamo che in Belgio è stata applicata ad un detenuto l’eutanasia, per porre fine alla sua difficoltà di affrontare la vita nel carcere (sic!). Leggiamo che il peggiore sindaco di Milano del dopoguerra vorrebbe, a tutti i costi, dichiarare il falso nelle attestazioni anagrafiche relative ai figli comprati (questa è la cruda realtà) da coppie di persone dello stesso sesso. Sappiamo che in molte scuole riescono ad avere spazio iniziative per diffondere la cultura “gender”. Leggiamo che la nuova dirigenza del Pd insiste nell’aprire alla liberalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”, come se non avessimo già sotto gli occhi gli effetti devastanti che tali tendenze procurano, spesso irreversibilmente, nei nostri giovani. Insomma, se ne vedono e se ne sentono, come si usa dire, di tutti i colori.

Si tratta di iniziative, sempre più diffuse, che si pongono lontane, anzi al lato opposto rispetto al principio di realtà. Per questo il grande Chesterton definiva tutte queste tendenze come “pazzie”, cioè cose fuori di senno, che si pongono agli antipodi di quello che egli definiva come “uomo comune”, cioè l’uomo di buon senso non rovinato dalle ideologie imposte dal potere intellettuale e fatte proprie dal potere politico, che tende a trasformare in “legge” queste insane idee. Ci troviamo di fronte ad un pensiero culturale sempre più invasivo (basti pensare a ciò che è avvenuto durante l’ultimo festival di Sanremo), che si pone diabolicamente in contrasto con ciò che il Servo di Dio don Luigi Giussani indicava come “l’esperienza elementare” di ogni essere umano. Una cultura che non vuole prendere atto del fatto che ogni uomo e ogni donna, che non si sono fatti da soli, portano con sé delle dimensioni e delle domande oggettive che è semplicemente criminale negare o capovolgere. Il delirio di onnipotenza dell’uomo moderno crede di potere disporre a piacimento della realtà e della natura delle cose, non accorgendosi che, così facendo, è destinato a sfracellarsi, prima o poi, contro la roccia della realtà, come molti Salmi profetizzano. Già si vedono gli effetti negativi sull’intero assetto sociale dell’abbandono del principio di realtà: aumentano gli squilibrati, i depressi, gli insoddisfatti, i tossicodipendenti, i suicidi. Un tragico disagio aumenta, ma questi cattivi profeti non si arrendono.

Di fronte a queste vere e proprie “pazzie”, grande è la responsabilità dei cristiani, che non possono assistere rassegnati a questo tsunami che travolge il bello ed il buono di ogni uomo e di ogni donna. Siamo chiamati, credo, ad una forte testimonianza positiva che faccia vedere a tutti che la realtà vera non è quella inventata dagli esponenti di questo pensiero devastante (gli scribi moderni) e, nel contempo, ad una intelligente e decisa “presenza” sociale e culturale che smascheri la falsità che sta dietro queste pazzie e dimostri che un uso corretto della ragione non può, prima o poi, non sconfessarle. Grave errore sarebbe quello di assecondare di fatto le pazzie qui denunciate, in nome di un errato senso del “dialogo”. Non dimentichiamo che siamo stati invitati ad essere candidi come colombe (cioè pieni di carità), ma anche furbi come serpenti (cioè non sciocchi sentimentali). E sappiamo anche l’origine di questo morbo: il desiderio irrefrenabile di diventare come Dio (Genesi 3,5).

Peppino Zola via email

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