L’universo? Per lo scienziato “newtoniano” Paul Davies «ha uno schema razionale, non è arbitrario»

Il cosmologo e divulgatore australiano, vincitore del premio Templeton, interverrà il 21 agosto al Meeting di Rimini

«Ancora oggi è il mondo newtoniano a farci trovare d’accordo, in materia di tempo, con osservatori piazzati casualmente molto lontano da noi, compreso l’omino verde sulla superficie di Marte e anche più lontano», spiega Paul Davies sull’Avvenire di oggi. Del tempo e della relatività, il cosmologo e divulgatore anglo-australiano ne discuterà al Meeting di Rimini, nel suo intervento del 21 agosto.

LA RELATIVITÀ DEL TEMPO. Davies, vincitore nel 1995 del premio della Templeton Foundation, il cosiddetto «Nobel della religione», spiegherà come ancora oggi i problemi della relatività di Einstein rimangano aperti. Se anche Einstein riesce a dare «una spallata al perfetto sistema newtoniano – afferma Davies – ci sono diversi processi fisici che possono misurare il tempo accuratamente» e che dicono che il tempo non si misura relativamente: «Si va dalle stelle di neutroni alle vibrazioni degli atomi. Gli esperimenti confermano che sono rispettati gli stessi intervalli di tempo, con una precisione superiore a uno per trilione. Dunque non c’è evidenza che diversi tipi di orologio possano dare tempi diversi».

VIAGGIO NEL FUTURO. Quando Einstein pubblica la teoria della relatività, anche l’effetto psicologico«è fragoroso tra gli studiosi; non riescono ad accettare che il tempo sia considerato “relativo” . Che tempo è mai questo, si domandano, se lo stesso concetto di tempo non è più universale e diventa “flessibile”?», spiega Davies.  «La prima cosa che l’uomo intuisce è che il tempo è irreversibile e che non è possibile recuperare neanche un minuto del passato». Tuttavia la teoria di Einstein mette in dubbio questa rigidità. «Quanto al viaggio nel futuro, lo facciamo già. Ma è necessario muoversi velocemente. Al momento possiamo usare orologi capaci di misurare spostamenti di pochi nanosecondi». Secondo il cosmologo, «una incursione nel futuro veramente significativa si fa soltanto se si viaggia a una velocità vicina a quella della luce oppure attorno a un buco nero».

UNIVERSO RAZIONALE. «Fino a pochissimo tempo fa i cosmologi credevano che l’Universo avesse avuto inizio con il Big Bang 13,7 miliardi di anni fa – conclude lo scienziato – Oggi la moda è cambiata e non pochi cosmologi sono dell’opinione che non è il Big Bang a rappresentare l’origine delle cose. Io non sono credente e sono persuaso che la scienza ci sveli un universo che è comprensibile, ha uno schema razionale, non è arbitrario».

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