L’unità fra cattolici e ortodossi comincia con la Messa di Pasqua

La gelosia delle proprie identità, la questione secolare dei calendari, le accuse fra i patriarcati. Tensioni e distensioni di un rapporto ecumenico che forse si avvicina a una svolta

Quest’anno il problema non si pone: domenica 20 aprile celebreranno la Pasqua della Resurrezione di Cristo praticamente tutte le Chiese cristiane del mondo, occidentali e orientali. Ma da secoli i diversi calendari liturgici fanno sì che spesso non ci sia coincidenza. L’unificazione delle date in cui la Chiesa cattolica latina e le Chiese d’Oriente, sia quelle in comunione con Roma sia quelle ortodosse, celebrano la Pasqua è oggetto da anni di sforzi ecumenici per motivi che non riguardano il dialogo teologico ed ecclesiologico, ma esigenze della vita quotidiana: nel vicino Oriente i cristiani dei vari riti vivono a strettissimo contatto, spesso all’interno di uno stesso gruppo familiare e di uno stesso parentado si trovano fedeli di Chiese diverse, che celebrano la Pasqua (e il Natale) in date diverse.

Ufficialmente il problema non dovrebbe sussistere, perché le Chiese ortodosse dei quattro patriarcati storici (Costantinopoli, Antiochia, Alessandria e Gerusalemme) sono molto gelose della loro identità e in caso di matrimonio con latini, cattolici orientali e ortodossi pre-calcedoniani (siriaci, armeni, copti ed etiopici) impongono la “conversione” di uno dei due sposi alla fede dell’altro. Però nella realtà della vita quotidiana un cattolico latino o un armeno apostolico che ha sposato una ortodossa calcedoniana continuerà a praticare il suo rito, comprese eventuali celebrazioni del Natale e della Pasqua in una data diversa.

La differenza principale è quella fra il calendario giuliano, in nome del quale a Mosca, Atene e Costantinopoli (ma anche al Cairo e ad Addis Abeba) si celebra il Natale il giorno che in Occidente corrisponde al 7 gennaio, e il calendario gregoriano adottato dalle Chiese occidentali nell’ottobre 1582 che per correttezza astronomica ha spostato in avanti di quasi due settimane tutte le vecchie date.

Novità a livello ufficiale
La necessità che tutte le Chiese cristiane celebrino la Pasqua nella stessa data, enunciata sin dal Concilio di Nicea (325 d.C.), è rimasta fino ad oggi inattuata, almeno a livello ufficiale. A livello di prassi, invece, le celebrazioni unificate ci sono da parecchio tempo state e ancora ci saranno. Una grossa novità a livello ufficiale è stata, nel 2012, la direttiva dell’Assemblea dei vescovi ordinari cattolici della Terra Santa, che ha stabilito che tutti i cattolici delle aree afferenti al Patriarcato latino, cioè corrispondenti a Israele, Territori palestinesi, Giordania e Cipro, nel 2013 avrebbero celebrato la Pasqua secondo il calendario giuliano, come i loro fratelli ortodossi. L’anno prossimo, quando le date della Pasqua latina e di quella ortodossa torneranno a divaricarsi, dopo consultazione con Roma la direttiva, emessa “ad experimentum” due anni fa, dovrebbe essere confermata in forma piena. Restano escluse dalla direttiva le chiese dei luoghi santi, a Gerusalemme e a Betlemme, perché normate dallo “statu quo” che regola i diritti di proprietà e di accesso delle comunità cristiane all’interno del Santo Sepolcro e della chiesa dell’Assunzione di Maria a Gerusalemme e della Basilica della Natività a Betlemme, in vigore dall’epoca ottomana.

L’unificazione delle date di celebrazione della Pasqua in Terra Santa è stata un’iniziativa unilaterale dei cattolici latini, in dialogo con quelli orientali, ma è comunque segno che qualcosa si muove nei rapporti fra cattolici e ortodossi. Altri progressi in un futuro non lontano si possono sperare, dopo che è stata fissata al 2016 la data del Sacro Sinodo pan-ortodosso, per lungo tempo rinviato.

Una delle cause che hanno ritardato il cammino verso l’unità in questi anni sono stati gli scambi di accuse fra Chiese ortodosse per aperture di un patriarca o di una Chiesa orientale verso la Chiesa cattolica, non concordate con le altre Chiese ortodosse. I rapporti e le collaborazioni coi cattolici sono state uno dei motivi di tensione fra il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e il patriarca di Mosca Alessio II. Al Sinodo del 2016, che si dovrebbe tenere a Istanbul presso la chiesa di Sant’Irene, prenderanno parte tutte le Chiese orientali calcedoniane.

Nel frattempo, papa Francesco e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo si saranno incontrati a Gerusalemme, in occasione del prossimo viaggio pastorale del santo padre fra il 24 e il 26 maggio.

@RodolfoCasadei

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