Sulla guerra in Ucraina l’Onu non poteva far altro che fallire

Non è un’istituzione che applica i princìpi della liberaldemocrazia ai rapporti fra gli stati, ma da sempre riflette gli equilibri di forza usciti dalla Seconda Guerra mondiale. E cambierà solo se la Russia verrà sconfitta

L’ipocrisia che circola riguardo all’asserito fallimento dell’Onu di fronte alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina è stata opportunamente smascherata da Gian Micalessin in un commento apparso sul Giornale del 27 aprile. «L’architettura dell’Onu», ha scritto, «decisa al termine dello scontro con il Terzo Reich tedesco, rifletteva l’ordine mondiale determinato da quel conflitto. E il diritto di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza era semplicemente il riconoscimento dell’autorità delle cinque potenze all’interno della sfera d’influenza loro assegnata. (…) il tracollo onusiano è arrivato non appena il Palazzo di Vetro ha smesso di rappresentare la geopolitica della “guerra fredda”. Da allora le Nazioni Unite sono un’istituzione priva di qualsiasi autonomia decisionale».

Lo Statuto Onu e il diritto di veto
Può parlare di “fallimento dell’Onu” solo chi la concepisce come un’istituzione che applica i princìpi della liberaldemocrazia ai rapporti fra gli stati, ...

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