Stato islamico lapida in Siria due ragazzi di 18 e 20 anni perché omosessuali

I due casi, come riportato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono avvenuti in due diverse città e non sono legati tra di loro

Lo Stato islamico ha lapidato a morte oggi due ragazzi in Siria dopo averli accusati di essere omosessuali. I due casi, come riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono avvenuti in due diverse città e non sono legati tra di loro.

OMOSESSUALITÀ. A Mayadeen, nella provincia di Deir Ezzor, vicino al confine con l’Iraq, «l’Isil ha lapidato a morte un ragazzo con l’accusa di essere gay», scrive l’Osservatorio. I terroristi avrebbero trovato sul telefonino del 20enne alcuni filmati che lo ritraggono «mentre pratica atti indecenti con degli uomini».

OPPOSITORI. Sempre oggi, nella città Deir Ezzor, un altro ragazzo di 18 anni è stato lapidato a morte per lo stesso motivo. Secondo gli attivisti citati dall’Osservatorio, l’omosessualità è stata presa dai miliziani dello Stato islamico come scusa per ucciderli. Entrambi, infatti, sarebbero stati oppositori del nuovo regime.

LAPIDAZIONE. Lo Stato islamico ha reintrodotto la lapidazione in base alla sharia per diversi reati. A ottobre, alcuni miliziani hanno convinto un uomo nella periferia di Hama ad acconsentire alla lapidazione della figlia perché aveva commesso adulterio.

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