Siria. Ribelli e Assad distruggono chiese e moschee: «Addio diversità religiosa»

Secondo Human Rights Watch sia i ribelli che Assad compiono attacchi mirati a obiettivi religiosi per alimentare tensioni settarie.

Gruppi armati dei ribelli in Siria hanno distrutto negli ultimi mesi una moschea sciita, nella provincia di Idlib, e due chiese ortodosse nell’area di Latakia. Anche le forze governative di Assad hanno raso al suolo luoghi di culto, come la moschea di Taftanaz, sempre a Idlib. Lo afferma un rapporto di Human Rights Watch: «La Siria perderà la sua ricca diversità religiosa e culturale se i gruppi armati non rispetteranno i luoghi di preghiera». Gli attacchi mirati a obiettivi religiosi avrebbero lo scopo di alimentare tensioni settarie.

LA RUSSIA NON CEDE. La guerra civile che va avanti ormai da due anni non accenna però a momenti di tregua. Come riporta Avvenire «Mosca, principale alleata del regime di Damasco, continua a sostenere il presidente Bashar al-Assad, al punto di accusare l’opposizione siriana – e i Paesi che la sostengono – di soffrire di una “ossessione” inspiegabile per la caduta di Assad. Sarebbe questa la causa del protrarsi del conflitto secondo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov».

700 MILA PROFUGHI. I profughi della guerra siriana secondo l’Onu sono 600 mila (ormai saliti a 700 mila), di cui 200 mila sono ospitati dal Libano. Molti sono fuggiti anche in Turchia: Ankara ospita 140 mila profughi ma sembra che abbia posto fine agli ingressi. Non accenna invece a finire l’orrore della guerra. Ancora Avvenire: «L’ultimo episodio riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani è avvenuto nella provincia di Aleppo, dove un missile si è abbattuto sul villaggio di Abdul Taltal, sterminando una famiglia di cinque-sei persone, una coppia e i loro figlioletti».

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