Quanto tempo passerà ancora prima che un Papa possa visitare la Cina?

Il grande successo della visita di papa Francesco in Corea ci fa capire che ogni uomo ha bisogno di dare un senso alla propria vita. Le filosofie e le tradizioni popolari non riescono più a colmare questo vuoto

L’autore di questa riflessione è un ingegnere cinese di 33 anni, sposato, due figli, residente a Legnano, fondatore e presidente di UNIIC (Unione Imprenditori Italia Cina) che in Lombardia conta oltre cinquecento associati.

Prima ancora di finire, la visita di papa Francesco in Corea è stata comunemente giudicata un successo religioso ed un trionfo politico. Lo straordinario bagno di folla, l’attenzione del grande pubblico e l’inedita copertura mediatica, la speranza che ha suscitato sono tra i numerosi indici che lo testimoniano.

Secondo fonti pontificie, l’anno scorso ci sono stati più battesimi in Asia che in Europa nonostante la grande differenza di popolazione nominalmente cattolica.

In Corea del Sud i cattolici sono in grande crescita e sono ormai l’11 per cento della popolazione. In Cina, anche se in proporzione al totale della popolazione il dato è marginale, ogni anno vengono battezzati dai 150 mila ai 200 mila nuovi cristiani. Nella sola notte di Pasqua 2014 ci sono stati 24 mila battesimi. Sono numeri che fanno riflettere.

È soprattutto il comportamento non ostile della Cina che mi ha colpito. Infatti, il portavoce del ministero degli esteri cinese Hua Chunying ha detto che  la Cina è sempre stata sincera nel migliorare i rapporti con il Vaticano ed ha apprezzato le parole che il Papa ha rivolto al presidente cinese Xi Jinping attraversando la Cina in aereo. Un gesto usuale per  un Pontefice. Ma è la prima volta che accade con le autorità cinesi. Le parole di papa Francesco sono state riportate dalla stampa cinese e dalla tv di Stato in senso positivo, senza l’aggiunta dei consueti commenti negativi con cui si metteva in guardia la Santa Sede dall’interferire nelle questioni interne cinesi. Forse anche la Cina sta pian piano comprendendo che i cristiani possono essere una risorsa per il paese e non una minaccia.

Durante i miei viaggi di lavoro in Cina, ho visto tanta sofferenza ed abbandono nonostante il boom economico, soprattutto nei paesini. Una sera del luglio 2007, camminando per una delle strade principali di Heze con un mio collega bergamasco vidi un povero uomo, un vagabondo che frugava in cerca del cibo nelle immondizie tra le più immonde che abbia mai visto in vita mia. La cosa mi colpisce e mi chiedo se questo povero uomo sia o no abbandonato a se stesso. Al contempo mi sono detto che in Italia una cosa così non sarebbe mai accaduta: una persona così avrebbe potuto sicuramente accedere ad una parrocchia oppure ad una delle associazioni come la San Vincenzo De Paoli, non solo per ricevere cibo ma anche per un conforto. Papa Francesco nel suo viaggio ha dato molto risalto alla parola “consolazione”.

La consolazione non è solo materiale, tant’è che in Asia molti dei nuovi battezzati provengono dalla classe media benestante, che trovano una risposta al loro bisogno spirituale nel cristianesimo. Questo è un altro dato che spiazza. Si pensa sempre che siano i poveri a convertirsi, mentre in Cina ed in Corea del Sud accade esattamente il contrario: sono piuttosto professori, studenti universitari, professionisti e manager a battezzarsi.

Il grande successo della visita di papa Francesco in Corea ci fa capire che ogni uomo ha bisogno di dare un senso alla propria vita. Le filosofie e le tradizioni popolari che sono radicate nella popolazione da secoli non riescono più a colmare questo vuoto.

Rispetto a quello che vedo e percepisco, potrei dire che gli orientali in generale, anche se appartenenti alle diverse culture e tradizioni, hanno in comune il fatto di essere molto fatalisti, quel senso di impotenza davanti al fato, spesso negativo, che in ultima istanza ti fa accettare tutto.

Questo fatalismo viene sradicato solo da un abbraccio, non da una filosofia o dal razionalismo. L’incontro con un cristiano vero non è altro che un abbraccio da cui sorge la domanda sul senso del vivere e del perché l’altro ha trovato una risposta.

Papa Francesco ha detto che «i cristiani non vengono per conquistare».

Quanto tempo passerà ancora prima che un Papa possa visitare la Cina?

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