Parigi. «L’apertura della stanza del buco mi ha rovinato»

Il sindaco socialista della capitale francese ha aperto nel 2016 una sala di consumazione di droga nel X arrondissement. Moltiplicati spaccio, violenze, furti e degrado. I commercianti della zona sono disperati

Pierre (nome di fantasia) ha investito tutti i suoi risparmi per aprire un ristorante nel X arrondissement di Parigi. Appassionato di gastronomia, tra il 2012 e il 2016 il suo giro di affari è cresciuto del 300 per cento. Dal 2016 al 2018, però, gli affari sono diminuiti del 40 per cento e «se prima eravamo cinque dipendenti, ora siamo tre. Io non mi pago lo stipendio da due anni».

STANZA DEL BUCO. La cucina del ristorante di Pierre è sempre ottima. Non è stato infatti un concorrente a far fuggire la clientela, ma la «stanza del buco» aperta dal sindaco socialista Anne Hidalgo nel 2016. Si tratta di un locale all’interno del quale i tossicodipendenti possono assumere droghe, anche illegali, «in tutta sicurezza», grazie alla presenza di personale sanitario. In linguaggio burocratico si chiamano «stanze per la consumazione di droga a basso rischio» e sono state autorizzate, in via sperimentale, in tre città (Parigi, Bordeaux, Strasburgo) dalla legge sulla Sanità del 2016.

LA LETTERA. Il risultato della bella trovata dell’allora governo Hollande è denunciato in una lettera di maggio indirizzata al ministero della Sanità (che non ha mai risposto) e firmata dai commercianti della circoscrizione parigina, dove la stanza del buco è stata aperta senza neanche consultarli. I cittadini lamentano spaccio di droga alla luce del sole, violenze, tossicodipendenti che si iniettano la droga sui marciapiedi, furti e minacce continui.

«LA SERA NON APRO PIÙ». I commercianti si sentono abbandonati dall’amministrazione, «il nostro quartiere è stato sacrificato, ci ritroviamo davanti a drogati ingestibili. La situazione peggiora di giorno in giorno e subiamo un danno economico e commerciale», riporta il Figaro. Pierre è disperato: «Molti clienti mi hanno detto che non torneranno a causa dell’insicurezza. Giovani entrano in continuazione per chiedere sigarette. La sera non possiamo più aprire, non possiamo più mettere i tavolini all’aperto. Il valore del mio ristorante è calato di 100 mila euro».

«NON SIAMO ESTREMISTI». Jacques si ritrova nella stessa situazione: «Sono qui dal 1984 e non ho mai visto un simile degrado. Sputi per terra, siringhe, odore di urina per strada. I clienti vengono minacciati, non tornano per la paura, il mio ristorante ha perso il 30 per cento dei ricavi. Io sono stato derubato sette volte in un anno da marocchini senza documenti. Il sindaco deve chiudere la stanza del buco!».
Anche Alessandro, Kim e Sarah, commercianti del quartiere, non sanno più cosa fare: «Non abbiamo mai visto Parigi in questo stato». Dominique, psichiatra, ha sempre meno clienti ma «ci fanno passare per degli estremisti di destra perché ci lamentiamo».

«HO DOVUTO CHIUDERE». La proprietaria dell’alimentari che si trova proprio davanti alla stanza del buco ha dovuto chiudere il negozio e metterlo in vendita: «Ho perso la maggior parte della mia clientela da quando ha aperto. Ho dovuto mettere delle sbarre per proteggere la frutta e la verdura che esponevo all’esterno, perché i drogati me la rubavano. Alcuni di loro entravano nel mio negozio per litigare e picchiarsi. Non potevo più andare avanti così».

ALTRE TRE SALE. Per tutta risposta, Anne Hidalgo ha promesso l’apertura di altre tre sale di consumazione in altrettanti quartieri. A detta di tutti gli abitanti della zona, «i tossicodipendenti vanno accompagnati», ma certo non «in un luogo in mezzo a scuole, case e commerci».

STANZE DELLA MORTE. Senza contare, poi, la questione di principio, come ricordava in sede di dibattito parlamentare Yannick Moreau, deputato Ump: «Per lavarsi la coscienza il governo fornisce una risposta falsa a un problema vero. Invece che considerare il problema alla radice e adottare politiche ambiziose per spingere le persone dipendenti alla guarigione, cioè a smettere di drogarsi, si accontenta di nascondere queste persone nelle “stanze del buco”, con gran sperpero di denaro pubblico. È possibile uscire dalla dipendenza dalla droga ma le stanze del buco non portano a questo risultato. Molti me ne hanno parlato come di “stanze della morte”. Il governo sta davvero diffondendo un messaggio di abbandono».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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