Opposizioni spiazzate: maxi emendamento, dimissioni di B. e poi voto – RS

Il voto sul rendiconto generale evidenzia che Silvio Berlusconi non ha più la maggioranza alla Camera. Ma in un colloquio serale con il capo dello Stato Napolitano, il premier ha deciso l'approvazione di un maxi emendamento, che recepisca le misure caldeggiate dall'Unione Europea, a seguire le dimissioni e un nuovo voto

Dopo il voto sul rendiconto dello Stato, che ha evidenziato come il premier, Silvio Berlusconi, non abbia più la maggioranza alla Camera, il leader del Pdl ha avuto un colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. In una nota il Quirinale ha fatto sapere che il premier “ha espresso preoccupazione per l’urgente necessità di dare risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della legge di stabilità” e che dopo tale adempimento “rimetterà il suo mandato”. «Prendo atto di non avere più la maggioranza. Dopo di me ci saranno le elezioni» ha detto Berlusconi.

“La scelta di Berlusconi ha mandato letteralmente nel panico il Pd e Pier Ferdinando Casini, ma anche la corte berlusconiana. Concordando tutto con il capo dello Strato, il Cavaliere ha deciso di dimettersi ma solo dopo aver approvato la legge di stabilità e il maxi emendamento anticrisi: lancerà un messaggio alle opposizioni, parlerà alle Camere, cercherà una larga maggioranza e poi lascerà l’incarico. (…) Il premier sa che un’altra maggioranza non si troverà con lui piantato come un chiodo nel mezzo del Palazzo: «Dopo di me vedo solo il voto»” (Foglio, p, 1).

“Gli uomini del Cavaliere, quasi tutti, assieme alla Lega ormai trainata da Roberto Maroni, insistevano per un ‘passo di lato’: lo scettro ad Angelino Alfano. (…) Sullo sfondo la (molto) remota possibilità, che lo stesso Alfano ha coltivato negli ultimi giorni, di raggiungere un accordo con Pier Ferdinando Casini, obiettivo minimo: l’appoggio esterno dell’Udc. Su questa linea ha spinto particolarmente Raffaele Fitto, il quale da almeno tre giorni ha tenuto strettissimi contatti con Casini e con il gruppo dirigente del partito centrista” (Foglio, p. 2).

Ieri “il presidente della Repubblica è rimasto favorevolmente sorpreso, Berlusconi gli ha garantito un maxiemendamento – a Palazzo Chigi dicono sia in mano a uno strano binomio Gianni Letta-Giulio Tremonti – pieno di buon senso e che recepisca per intero le indicazioni dell’Europa. Napolitano, va da sé, avrà un ruolo di persuasione morale nei confronti delle opposizioni, anche se è prevedibile già lo smarcamento tattico dell’Idv di Antonio Di Pietro. Il Quirinale ieri ha anche diramato una nota formale che per il presidente del Consiglio vale come un autorevole sigillo sull’intera operazione. Le opposizioni sono rimaste spiazzate, l’annunciata mozione di sfiducia al governo periclita vistosamente e ieri sera sembrava anzi letteralmente cancellata dalle parole del capo dello Stato” (Foglio, p. 2).

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