Nigeria, ancora bambini cristiani bruciati e fatti a pezzi col machete

Case date alle fiamme, piccoli di cinque anni arsi vivi, universitari accoltellati. L'ultimo massacro ad opera degli islamisti fulani miete decine di vittime. «Siamo stanchi di dire ai fedeli solo di pregare»

Nigeria, durante il massacro di 33 cristiani del 25 agosto sono morti anche dodici bambini (foto Ansa)

Na’omi aveva solo 12 anni, la banda di fulani l’ha fatta a pezzi col machete. La stessa orrenda morte inflitta a Blessing, di anni 15. Erano le più piccine dei primo gruppo di cristiani massacrati con coltelli e pistole nel villaggio di Yelwa Zangam, vicino a Jos, in Nigeria, durante l’assalto del 25 agosto. Quella notte il gruppo di mandriani islamisti ha contato le vittime a terra: sedici corpi, oltre alle ragazzine tanti giovani, due soli anziani.

Si sono quindi diretti verso le case dove si erano barricati ragazzi e genitori stretti ai loro bambini bruscamente svegliati dalle urla in strada, hanno appiccato il fuoco, e lasciato che altri 17 cristiani morissero bruciando vivi. Tra loro Timara, di soli 4 anni, Bontà di cinque anni, Lovina di soli otto. Dei loro corpi piccini, identificati insieme a quelli di altri dieci bambini dal leader della comunità locale, Sunday Bunu, non è rimasto quasi nulla. La terra era zuppa di sangue e resti di abitazioni carbonizzate mentre i feriti venivano trascinati verso gli ospedali, i cadaveri negli obitori. «Quelli di noi che sono sopravvissuti hanno bisogno urgente di cibo e riparo, poiché quasi tutto quello che avevamo è stato bruciato o saccheggiato dai pastori», ha raccontato al sito Morning Star News un abitante del villaggio che ha perso due familiari durante il massacro.

«Siamo stanchi di dire ai cristiani di pregare»

Ancora morti, ancora bambini. «Siamo stanchi di dire ai cristiani di non perdere la calma, stare tranquilli e pregare», ha tuonato il pastore Polycarp Lubo, presidente locale della Christian Association of Nigeria (Can). «I cristiani saranno nelle loro case e verranno comunque uccisi nel sonno». Anche preti e pastori sono stanchi, stanchi di celebrare i funerali dei membri delle loro comunità di fedeli uccisi ogni giorno nello stato di Plateau.

Il 15 agosto era toccato a tre ragazzi dell’Università di Jos. Doris Bitrus Danboyi studiava religione e filosofia, è stata ammazzata mentre tornava dalla sua chiesa. Straziante il pianto dello zio e la denuncia della comunità: «Non aveva ancora vent’anni, vampiri umani le hanno tolto la vita mentre chi ci governa ha mantenuto il silenzio sulla sua morte e quella di molti altri ragazzini innocenti uccisi nel cuore della città».

Studenti vittime delle rappresaglie

Lo stesso giorno qualcuno ha trovato il corpo di Bagu Christopher, studente di storia e studi internazionali all’università, ammazzato in città. E quello di Iyaye Abuma Shedrack, primo anno di microbiologia, accoltellato a morte. Secondo Danladi Joshua Adankala, presidente dell’Unione degli studenti dell’Università di Jos, «l’incidente di domenica è sfociato nelle brutali uccisioni di studenti cristiani da parte di alcuni elementi guidati da filosofie barbare e disumane», ha affermato denunciando la scomparsa di altri due studenti cristiani e l’accoltellamento di altri tre ragazzi, feriti e ricoverati.

Nei sobborghi si contano altre vittime, altri quattro cristiani, un luogo di culto dato alle fiamme. I tre omicidi nascono dalla rappresaglia dei musulmani del posto a un assalto a un convoglio di pellegrini fulani, attribuito a un gruppo di assalitori, sospettati di essere giovani Irigwe, etnia prevalentemente cristiana: nell’attacco, nato da una vendetta dei giovani per l’uccisione dei loro familiari da parte di sospetti fulani, sono morte 25 persone.

3.462 cristiani uccisi in 200 giorni

La violenza è in aumento in tutto il paese, in particolare il gruppo di pastori fulani che ha aderito all’ideologia islamica radicale nell’ultimo anno ha mietuto più vittime di Boko Haram, Iswap e bande criminali affiliate. Il 18 luglio la ong nigeriana Intersociety Rule of Law ha pubblicato un aggiornamento ai suoi puntuali dossier: da gennaio a luglio, cioè in un arco di soli duecento giorni, in Nigeria sono stati massacrati 3.462 cristiani, 68 in meno di quelli ammazzati in tutto il 2020. Tremila i fedeli sequestrati (780 solo negli ultimi 80 giorni), 300 le chiese assaltate, dieci gli attentati ai sacerdoti conclusi con un omicidio o con un rapimento. Secondo il rapporto la maggior parte delle uccisioni sarebbe avvenuta proprio per mano dei pastori fulani (1.063 quelle per mano dei terroristi, 490 quelle che coinvolgono direttamente gruppi delle forze di sicurezza collusi con il “triumvirato del male” composto da Boko Haram, fulani e banditi). La media, registrata a luglio, era di 17 cristiani ammazzati ogni singolo giorno in Nigeria.

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