Nigeria. «Boko Haram e Fulani continuano a perseguitare i cristiani»

«Che la maggioranza dei musulmani non denunci l'islamismo è inquietante». Parla padre John Bakeni, coordinatore degli aiuti umanitari ai sopravvissuti di attentati a Maiduguri

«La persecuzione della minoranza cristiana nel nord della Nigeria dura ormai da molti anni. Anche gli attacchi degli allevatori Fulani contro gli agricoltori cristiani non accennano a diminuire. I cristiani vengono uccisi, i loro beni sono distrutti, hanno paura di andare a lavorare nei campi, di essere rapiti o uccisi. La sicurezza peggiora». È la testimonianza resa ad Aide à l’Église en détresse da padre John Bakeni.

NIENTE CHIESE PER I CRISTIANI

Il sacerdote coordina gli aiuti umanitari ai sopravvissuti di attentati terroristici nella diocesi di Maiduguri, la più colpita da Boko Haram. La situazione negli ultimi anni non è migliorata:

«La persecuzione nel nord va dall’esclusione politica al rifiuto di concedere terreni per costruire le chiese, passando per il rapimento di giovani donne, costrette a sposarsi. Le esazioni contro i cristiani sono sempre più violente e aggressive. Ci sentiamo insicuri e abbiamo paura. Ogni giorno vissuto in sicurezza è una benedizione, perché non sappiamo ciò che potrebbe succedere domani. Ma la nostra fede è stimolata a testimoniare coraggiosamente il Vangelo».

«I MUSULMANI DENUNCINO L’ISLAMISMO»

Denunciando «l’assenza dello Stato, che non protegge i nigeriani», e ringraziando associazioni come Aiuto alla Chiesa che soffre o il governo dell’Ungheria, «che ci sostengono inviando aiuti», padre Bakeni aggiunge a proposito della radice delle violenze:

«L’islamismo è una deformazione dell’islam. Il silenzio della maggioranza dei musulmani è inquietante. La gente dovrebbe opporsi all’islamismo e denunciarlo».

«FATE PRESSIONE SUL GOVERNO»

Il sacerdote di Maiduguri conclude con un appello ai cristiani e ai paesi europei:

«Vi chiedo innanzitutto di pregare per noi e poi di aiutarci dal punto di vista finanziario affinché i cristiani possano continuare a mantenere la loro fede in queste situazioni difficili. I governi europei dovrebbero poi esercitare la loro influenza sul nostro governo perché rinforzi le istituzioni democratiche aprendo allo stato di diritto, alla libertà religiosa e di assemblea per tutti».

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