Monti: «La Germania ci aiuti». La risposta di Berlino: «Arrangiatevi»

Monti chiede alla Germania di fare di più per aiutare l'Italia in un'intervista al Financial Times. Uno dei consiglieri della Merkel risponde: «Potete e dovete fare da soli». E il numero uno della Federazione tedesca del commercio aggiunge: «Il governo italiano è sulla strada sbagliata se crede di poter aumentare la competitività senza dure riforme»

«In un’intervista al Financial Times, Monti ha chiesto alla Germania di fare di più per aiutare l’Italia a ridurre il costo del debito pubblico e scongiurare così una “forte crisi di rigetto” tra i cittadini dei paesi più deboli dell’eurozona. (…) Da Berlino Wolfgang Franz, il presidente dei “cinque saggi” che consigliano Angela Merkel sui principali temi economici, gli ha replicato poche ore dopo, parlando a Bloomberg Television, che l’Italia ha un’economia abbastanza solida per cavarsela con le sue forze. “Può e deve – ha aggiunto – fare da sola questo lavoro”» (Corriere, p. 15).

«I sorrisi del vertice di Berlino hanno lasciato così il posto, meno di una settimana dopo, a uno scambio di opinioni che (…) dimostra quanto siano lontane, su alcuni temi, le posizioni dei due paesi. Il responsabile del Consiglio degli esperti economici è intervenuto per “respingere categoricamente” l’acquisto di titoli di Stato della Banca centrale europea e per chiudere totalmente la porta all’ipotesi di introduzione degli eurobond, rilanciata anche ieri da Monti per “contribuire a placare il nervosismo degli investitori”» (Corriere, p. 15).

«Alle parole del presidente del Consiglio ha replicato anche il numero uno della Federazione tedesca del commercio all’ingrosso, estero e dei servizi, Anton F. Borner. Con un’intervista ad Handelsblatt che lo stesso quotidiano economico ha definito “un attacco frontale all’Italia”. Sarà anche vero, come ha sostenuto Monti, che la moneta unica ha prodotto “enormi benefici, forse ancora più alla Germania che agli altri”, ma questo no vuol dire, ha affermato Borner, che si possa cedere al “mercanteggiamento politico” per salvare l’euro. “Il governo italiano – ha rincarato la dose – è sulla strada sbagliata se crede di poter aumentare la competitività senza dure riforme“» (Corriere, p. 15).

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