Miss Italia, chi l’ha visto?

Gambe, corpi e body shaming? Roba da Sanremo, oggi i concorsi di bellezza mostrano talento e giustizia sociale. E se nessuno li guarda si chiama «rivoluzione digitale»

La finale di Miss Italia 2021è stata trasmessa sulla piattaforma Helbiz Live (foto Ansa)

Fateci capire: qui da Sanremo alle Iene, in tv e sui giornali, è stato ed è tutto un parlare di gambe, mostrare le gambe, vedere sfilare gambe importanti in rete e in calze a rete per Emma Marrone, un andare di gallery a tema Belen, botulino e body shaming, uno sbattere corpi d’ogni forma, razza, colore e genere in copertina, un filosofare perfino sui glutei della spigolatrice di Sapri e Miss Italia? Chi l’ha vista?

Miss Italia e nessuno grida al Medioevo

Il 13 febbraio è stata eletta Miss Italia 2021, così, senza anestesia, modello Euro 2020, cioè con corona a effetto retroattivo e senza nemmeno un assaggio di contraddittorio preventivo, uno “zee”, “they”, “grazie a tutt*”, “Stop qualcosa hate”, uno speech sui ghiacciai che si sciolgono. Laura Boldrini non ha innescato una delle sue puntuali polemiche prepartita, nessuno ha gridato al sessismo e al Medioevo, le Miss non hanno replicato con gli hashtag “né nude né mute”, nessuna dichiarazione di guerra precauzionale agli stereotipi e le prediche sulla bellezza interiore. Eccezion fatta per le scontatissime comparsate pomeridiane di una “prima aspirante miss Italia lesbica” che denunciava l’omofobia di chi l’aveva accusata di usare la propria omosessualità per far parlare di sé (maddai che cosa vintage nell’era del gender fluid), nulla.

Miss resilienza e ciaone Saviano

Eppure «vengo dal nulla», «mia madre mi ha insegnato la resilienza», «dedico la vittoria a chi subisce discriminazioni»: eppure Miss Italia c’è stata davvero, le interviste d’ordinanza all’incoronata Zeudi Di Palma, sostenuta dall’intero Scampia perché «abbatte gli stereotipi con intelligenza e altruismo» e che delle immagini restituite del suo quartiere da Gomorra dice «non so, non l’ho mai vista, mi irriterebbe guardarla perché dà un’immagine di Scampia avulsa dalla realtà, non è il mio quartiere quello nella fiction» (ciaone Saviano), ci sono.

Abbiamo anche un metro e settantadue di prove: Zeudi è una universitaria in superforma che studia, lavora, si allena, si dedica al sociale, aderisce al ricatto democratico della bellezza interiore (essere solo strabelle fuori è il più imperdonabile dei peccati), insomma ha studiato da Miss Italia impegnata correttissima, dice anche benissimo «resilienza» nella cornice del Casinò di Venezia dove si è disputata la finale.

Miss coroncina e mascherina

Eppure “Miss Italia finisce qui” se la più abusata delle battute resta davvero la cosa più originale da dire su quel che resta di Miss Italia: un concorso di cui abbiamo letto sui giornali o sui social approdato sulla piattaforma streaming Helbiz Live, per capirci la casa del campionato di serie B e dei campionati dei college americani NCAA Football e NCAA Basket e chi l’ha più visto?

Il risultato è una specie di Miss muretto pandemico da emittente locale: le finale doveva essere a dicembre, ma è stata rimandata perché due concorrenti erano positive; dovevano esserci anche 20 finaliste ma erano 19 perché una di loro, la prima aspirante miss in dolce attesa, si è presa il Covid. In compenso è stata eletta anche la prima Miss Italia social, che ovviamente studia igiene dentale all’università di Cagliari pratica nuoto, danza, equitazione, muay thai, sogna di aprire un canile e speriamo abbia più fortuna della Miss Italia 2020 che verrà ricordata come la Miss «con corona e mascherina» nel corso della «più webinar e inedita» e soprattutto muta edizione della storia del concorso: niente pubblico in sala, niente varietà, niente costumi da bagno, niente televoto e soprattutto niente televisione: il concorso era stato trasmesso su Youtube e Facebook, la reginetta proclamata online.

La Gen Z e la rivoluzionaria Miss 1942

Ovviamente a tutte queste cose abbiamo pensato tra una gamba di Emma e uno zigomo di Belen e le dichiarazioni su Napoli, l’equitazione e l’università di Miss Italia mentre la patron Patrizia Mirigliani andava ripetendo di voler parlare ai «nativi digitali» e alla «generazione Z» con un format completamente trasformato «da un’affascinante rivoluzione digitale»: «L’Italia riapre, si torna passo dopo passo alla normalità e proprio ora si elegge la nuova Miss Italia. È una coincidenza ideale che mi colpisce. Enzo Biagi scriveva che nel ’46, Miss Italia apparve come un segnale che un’epoca era finita e che la vita riprendeva. Un segnale. Siamo felici e fiere di esserci e di far parte in maniera viva di questa Italia che si sta rialzando».

E noi che ancora associamo il 2022 e l’imminenza della guerra in Ucraina a un’idea di Alice Sabatini, la mitica Miss Italia che nel 2015 proclamava «vorrei essere nata nel 1942 per vivere la Seconda guerra mondiale». Non era per la pace del mondo, non eseguì una decomposizione catalitica del perossido di idrogeno dal vivo, non aveva origini razziali esotiche né un’ecatombe da denunciare o una giustizia sociale da riparare. Le bastarono un paio di gambe da cestista e di lacune storiche per fare di #missitalia la tendenza più chiacchierata in Italia fino alle tre di notte e quinto trending topic mondiale.

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