Miracolo di un virus

Cronache dalla quarantena. Improvvisamente anche i sindaci hanno cominciato a fare i sindaci (ci sarebbe da vergognarsi se continuassero a lamentarsi di fronte a quanto si vede tra medici e infermieri in prima linea)

Cronache dalla quarantena / 1

Oggi, 13 marzo, il sindaco di Milano Beppe Sala ha rilasciato il suo primo videodi saluto e comunicazioni ai cittadini. I servizi di pulizia e sanificazione sono al lavoro. E un fondo di mutuo soccorso è stato approntato per sostenere specialmente le piccole imprese – bar, negozi di vicinato – nei giorni in cui l’antica Fiera campionaria di Milano si sta trasformando in un nuovo e moderno lazzaretto manzoniano: un ospedale da 600 posti sotto tre altissimi grattacieli e condomini stratosferici da 10 mila euro al metro quadrato. 

«Io sono la mia agenda». Penserà ancora così affacciandosi dal suo lusso di Grande Fratello sul lazzaretto appena fuori la fermata della metro lilla il milanese abbrutito? E a proposito di Grande Fratello: non ci aveva pensato quasi neanche la Cei, ma il concorrente Fabio Testa ha cordialmente, serenamente e liberamente convinto quelli della casa finta e delle commodities vere in tv Mediaset (ganze, piscina, chiacchiere e cotillon) a pregare per quelli «là fuori» che soffrono. Pater, Ave e Gloria. Grazie fratelli. 

A suo modo, perfino il cinismo di un Boris Johnson diventa una preghiera del terzo tipo. Lo perdoniamo, non sa l’ovvietà che dice, a tutto ci si abitua, «abituiamoci a perdere i nostri cari». Boris johnson è la sua agenda. Non sa ancora che Londra diventerà anch’essa Milano.

Oggi, 13 marzo, la città deserta raccontata da silenziose riprese di anonimi video giornalisti. Mai come in questa circostanza vediamo e sentiamo da ogni dove sindaci e amministratori di città, paesi e borghi di campagna “farsi prossimo” direbbe la Cei, ovvero presenti, e li si vede agire con meticolosa opportunità. Informano i loro cittadini, rassicurano. In generale hanno smesso di piagnucolare e denunciare l’assenza delle istituzioni di qua o lo Stato assente di là. Finalmente fanno i primi cittadini.

In effetti ci sarebbe da vergognarsi se oggi facessero altro al cospetto di quanto si vede tra medici, infermieri e Os che stanno in prima linea. Lamentarsi? Piagnucolare? Denunciare? Indignarsi? Improvvisamente la figura smagliante dell’uomo che è la sua agenda, quindi anche il suo quaderno di doglianze e, come si diceva un istante fa, “insorge” per pretendere di qua e di là, è una figura piccina che si allontana sull’orizzonte marcato dal sole infuocato del dono di sé gratuito. Costi quel che costi. E chissenefrega di farsi belli o no.

Miracolo di un virus, per dirla precisa con lo scienziato e prete don Roberto Colombo (vedi qui), “veleno”, particelle subcellulari più ridotte anche dei batteri, visibili” solo col microscopio elettronico, incapaci di riprodursi, che si moltiplicano esclusivamente infettando “cellule ospiti”, quelle del nostro corpo, di sole due componenti biochimiche: un acido nucleico (RNA o DNA) e un involucro proteico (capside). 

Un “miracolo” che sta insegnando pure a quell’uomo del Pleistocene di santino ambulante, consigliere comunale e scribacchino a gogò, a costringersi al cosiddetto “smart working”. Ieri la prima riunione a distanza con il mio compagno di banco, il buon cicciottello Alessandro De Chirico. Gli voglio molto bene. Anche se è per la cannabis light e pure per quella strong. Fa niente che è milanista. Lo sono anch’io.

Foto Ansa

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