«Milano va verso il suicidio: ci sono più cani che bambini». Ma Pisapia pensa al testamento biologico

Pisapia pensa di introdurre il registro del testamento biologico. Intervista al consigliere comunale del Pdl Matteo Forte: «Si va avanti per battaglie ideologiche che non riguardano i veri bisogni della città. Giunta irresponsabile».

«Mi auguro dunque che il Consiglio Comunale, che già ha dimostrato una posizione illuminata sulle lotte di modernità, come le unioni civili, continui nel suo percorso approvando la delibera sul “Testamento biologico”», così oggi Umberto Veronesi ha tirato la volata a Marilisa D’Amico e Pierfrancesco Majorino, che sembrano volersi ritagliare un posto di rilievo nel progressismo italiano a suon di battaglie ideologiche in quel laboratorio avanzato che è la giunta milanese. Sulla stessa linea di Veronesi è Beppino Englaro, che è stato invitato a parlare l’altro ieri di testamento biologico nella sala Commissioni di Palazzo Marino, ricordando che «è importante avere provvedimenti in ogni sede, dal Comune al Parlamento».

LE VOGLIE DIVENTANO DIRITTI. Matteo Forte, consigliere comunale del Pdl a Milano, spiega a tempi.it che «la politica ideologica fatta dalla giunta è irresponsabile quando la città fatica a sopravvivere. Sappiamo benissimo che questi sono sforzi che nulla hanno a che vedere con la politica e con le questioni concrete a cui un’amministrazione comunale dovrebbe guardare». Come risponde il Pdl? «Per ora il testamento biologico non è all’ordine del giorno e, anche se è già girato sui giornali, il testo del documento viene tenuto nascosto. Lo stiamo aspettando per vedere di che si tratta dato che non è competenza del Comune legiferare in merito». Un registro di questo tipo non ha alcun valore giuridico, come non ne ha quello sulle unioni di fatto, anche se la giunta Pisapia in realtà concede diritti, sotto forma ad esempio di facilitazioni per l’iscrizione dei figli negli asili nido, anche a chi non è sposato o non si è assunto la responsabilità di una famiglia. «Per la maggioranza di Pisapia l’idea della persona è quella di un individuo solo davanti allo Stato che si deve occupare di lui, registrandone i desideri e trasformandoli automaticamente in diritti, non importa se siano desideri buoni o cattivi. È una concezione di welfare dove i corpi intermedi non ci sono, se non quelli che scelgo e piloto perché contigui alla mia area politica. Così si annulla la libertà di scelta del cittadino».

PIÙ CANI CHE BAMBINI. Le conseguenze di questa impostazione, dopo un anno e mezzo di governo arancione, si fanno sentire a Milano: «Innanzitutto la spesa pubblica si sta dilatando sempre di più nel tentativo di rispondere a tutte le voglie che vanno per la maggiore, i corpi intermedi invece non vengono considerati. E nel continuo tentativo di usare la giunta per fare lobbying sul Parlamento ci si dimentica della realtà della città che ha come prima esigenza gli anziani, le famiglie in difficoltà per la crisi e la denatalità». In effetti Milano è una città sempre più vecchia e con pochi bambini. «Se si guardano le cifre si capisce l’irresponsabilità di cui parlo: gli over sessanta sono più di 400 mila, i bambini sotto i 6 anni sono solo 63 mila, superati dagli animali: i cani sono 120 mila circa. Fatto sta che invece che aiutare le famiglie e incentivare la natalità la sinistra ha già pronta una delibera sui diritti degli animali. Così si contribuisce ad affossare una città che va verso il suicidio». Questo con il consenso finale di tutti, sebbene ci sia scontento all’interno della sinistra stessa che su questi temi tende a spaccarsi. «I dissidenti sono derisi ed emarginati – continua Matteo Forte – Per non creare mal di pancia si astengono, scegliendo di non incidere e di farsi usare quando serve. Mentre le anime più progressiste non si stancano di fare incontri, convegni, di usare i giornali, sono inarrestabili». Mentre la posizione di quella parte del Pdl che ancora scommette sull’anima sussidiaria della società, convinta che la crisi si supera con la famiglia e sostenendo la vita, non è più così incidente: «Cerchiamo di lavorare con chi c’è e almeno qui abbiamo spazio per farlo senza essere messi a tacere, per ora non c’è altra via».

@frigeriobenedet

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