Migranti. Sono gli influencer imbecilli a creare i furbi

Il fenomeno epocale dell'esodo attraverso il Mediterraneo non può diventare la passarella per mostrare la propria bellezza morale (dando una mano ai trafficanti)

Dio ci preservi dai benintenzionati alla Richard Gere, alla Ghali, alla Bansky che con il loro sostegno alle navi delle Ong nel Mediterraneo paiono voler fare la ruota del pavone ad un concorso di bellezza morale. Il filantropismo umanitario degli influencer anche no, grazie.

Qui non si vuole nemmeno discutere quanto siano sincere le loro motivazioni o del fatto che sia sacrosanto, qualunque siano le condizioni che hanno portato un uomo a naufragare, di portargli soccorso. Uomo in mare si salva sempre, e su questo non può esserci discussione.
Non si vuol sapere nulla
Ma la diatriba sui salvataggi dei migranti in mare sta prendendo una piega sempre meno razionale e sempre più eticheggiante (è il "linguaggio dei diritti" individuato da Orsina). Il fenomeno epocale dell'esodo attraverso il Mediterraneo - con le sue relative tragedie, come a due passi dalle spiagge di Cutro - non può essere trattato come un talent show. Servono piani, progetti, tanta organizzazione, politica...

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