Meeting 2013. Con i “Pugilatori” torna sul ring riminese un caro amico dei ciellini, Giovanni Testori

In fiera uno spazio costruito intorno ai dipinti di Testori sulla boxe. Per accostare l’intellettuale milanese che nella lotta (e nella sconfitta) vide una metafora della vita

Per vedere gli incontri di pugilato andava spesso in viale Sabotino, la strada che da porta Romana parte verso ovest per abbracciare la prima Milano che sguscia fuori dalla cerchia dei bastioni. In quegli angoli della città amata Giovanni Testori soddisfava l’occhio sensibile al fascino dei giovani atleti e allenava quello che da subito sarà un tratto centrale della sua esistenza e dunque delle sue opere e del suo pensiero: la carnalità, la lotta. La vita è una continua lotta ed è soprattutto nella sconfitta che essa rivela la sua preziosità, nella sconfitta episodica di chi perde un round o in quella esistenziale di chi vive in luoghi dove nulla sembra poter sfuggire alla cappa.

«È questa qui la vita?», si chiede il Renzo dei racconti del Ponte della Ghisolfa. «Nascere com’era nato, lavorare come gli toccava lavorare, tossire, tirar per tutte le strade tricicli carichi di acciaio, latta e zinco, sognare cose che nessuno mai sarebbe riuscito a fargli toccare, e quando poteva cominciare un po’ d’allegria, la cattiveria dei suoi amici che gli si scaraventava addosso, ogni sera in maniera diversa, ma ogni sera con lo stesso obiettivo: di divertirsi loro e di far piangere lui. (…) È questa qui la vita? si disse. Nascere com’era senza chiedersi verso dove». È per rispondere a questa domanda, per raccontare il reale e scovare ciò che sia in grado di redimerlo, che Giovanni Testori scrive e dipinge, dando vita a una poetica che attrae perché aderisce furiosamente alla realtà senza mai incorrere nell’aridità di un certo verismo.

Nell’anno in cui si celebrano due anniversari importanti per il grande di Novate Milanese (ventesimo dalla morte e novantesimo dalla nascita), l’Associazione a lui dedicata porta al Meeting di Rimini il Testori meno conosciuto, quello pittore, per inquadrare e introdurre il resto della poderosa personalità del personaggio. Saranno, infatti, presente alcuni dipinti della serie dei “Pugilatori”, realizzati tra il 1969 e il 1971.

A Rimini con i guantoni
Il ciclo dei pugili rivela la passione di Testori per lo sport, che identifica come come uno strumento di rivincita sociale e di virile ribellione. Così appare infatti il pugilato, negli scritti degli anni Cinquanta, come la già citata raccolta Il ponte della Ghisolfa, in cui ci si imbatte continuamente nei meravigliosi ritratti della periferia milanese che rapiranno Luchino Visconti tanto da indurlo a trarvi, nel 1960, il film Rocco e i suoi fratelli. L’intenzione dell’Associazione Testori non è quella di contribuire al carnet di mostre riminesi, ma di farsi regista della costruzione di un ring (la vita è una lotta, appunto) in cui di volta in volta, lungo tutto l’arco della settimana, saliranno personaggi che in qualche modo con Testori hanno combattuto e convissuto. E se è certa la presenza dell’attore Sandro Lombardi (peraltro impegnato a Rimini con lo spettacolo teatrale Le Confessioni di Agostino), la scaletta degli ospiti che via via si avvicenderanno nello spazio Testori è tutta da definire e da stravolgere di giorno in giorno, pur dentro la cornice di una presenza costante dell’Associazione che consentirà di incontrare il grande intellettuale anche a chi si trova a passeggiare a bordo ring.

A vegliare sullo spazio ci saranno grandi dipinti ad olio, quasi delle pale d’altare, realizzati con accumuli di materia e colore, necessari per restituire la statura degli eroi delle periferie. Sono loro, gli eroi, a invitare i visitatori a conoscere il Testori scrittore, il critico d’arte, il drammaturgo e il polemista. Ma l’Associazione proporrà anche alcuni temi cardine della vita dell’intellettuale, evocati da una serie di gigantografie accompagnate da brevi citazioni esemplificative, poste a segnalare quali sono stati i “punti di battaglia” nella sua vita.

Il legame di Testori con il Meeting di Rimini è profondo e risale alla prima edizione della manifestazione riminese. Dopo la riconquista della fede e l’incontro con alcuni ragazzi di Comunione e Liberazione e poi l’amicizia con don Giussani, Testori ha contribuito alla realizzazione e all’ideazione di alcune delle esperienze culturalmente più valide e significative del Meeting soprattutto in campo teatrale. Fondamentalmente quello a Rimini per Testori fu essenzialmente un approdo dettato dall’affezione. «Grazie – disse nel 1989 davanti a un Auditorium stracolmo in un incontro commovente – per questi dieci anni che mi avete dato, in cui mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, di tutte le mie colpe, di tutte le mie stramberie, di tutta la mia disperazione».

Eppure nel Testori legato a Cl e a Rimini c’è di sicuro un cambiamento (nel tema ma anche nel linguaggio di certe opere) ma non uno stravolgimento. Ben prima di incontrare questo mondo Testori scriveva per rispondere o approfondire degli incontri, spesso degli affetti. E si può dire che fu proprio questo tratto della sua personalità ad avvicinarlo a un mondo apparentemente tanto distante. Così, lo racconta lui stesso più volte e anche nel bel libro intervista realizzato da Luca Doninelli e ripubblicato lo scorso anno (Conversazioni con Testori, Silvana Editoriale), quando scrive un’opera teatrale lo fa sempre per un attore preciso. È come se, in questa dinamica, vi fosse la vaccinazione testoriana per sfuggire al pericolo più grave: l’astrazione.

«Perché io ti assicuro – dice a Luca Doninelli in uno degli ultimi dialoghi – che quello che mi ha sempre aiutato a vivere, e, di più, ad accettare la vita anche nella sua maledizione, è sempre stato il ritorno a casa. Perché ritornare non vuole dire affatto dimenticare, non vuol dire scrollarsi di dosso la violenza e la distruzione. Vuol dire solo entrare in un luogo che accoglie, che riceve quel dolore e quella cattiveria, dando loro un senso… direi presepiale». Dopo la messa in scena, nel decennale dalla morte di Testori, del suo I promessi sposi alla prova, la sua figura torna a Rimini. Come si torna in una casa, dove nel frattempo molte cose sono cambiate ma non è svanita la memoria di amici e compagni di strada preziosi, profetici e appassionati.

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LO SPETTACOLO E LA MOSTRA
In occasione del prossimo Meeting di Rimini, giovedì 22 agosto alle 21.45 al Teatro Novelli andrà in scena A te come te, lettura scenica basata su una selezione di editoriali scritti da Testori per il Corriere della Sera. L’Associazione Testori porta invece in fiera la serie dei Pugilatori dipinti dallo scrittore, in uno spazio che più che una mostra vuole essere un luogo di incontro e conoscenza con l’autore attraverso le sue opere (Padiglione A1)

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