La Sardina che fa cose ricomincia dagli slogan

Ius soli, cannabis e ddl Zan. Il movimento giovanile "spontaneo" torna con tre proposte. Molta fuffa, poca ciccia. Ma l'aria è cambiata

Mattia Santori del movimento Sardine in occasione dell’occupazione simbolica della sede del Pd in via del Nazareno dopo le dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti. Roma, 6 marzo 2021

Ius soli, una legge per la legalizzazione della cannabis e il ddl Zan. Sono queste le tre proposte con cui le sardine sono tornate a nuotare in mare aperto dopo un periodo di grave difficoltà, interrotto solo dalla pseudo okkupazione del Nazareno, rivelatasi poi un semplice incontro con i vertici del Partito democratico.

Tanti slogan, pochi contenuti

Il copione sardinesco tuttavia non è cambiato: tanti slogan, pochi contenuti e il solito antisalvinismo, vera ragion d’essere del movimento guidato da Mattia Santori.

«Abbiamo dato vita al movimento delle sardine per il timore di uno sfondamento maggioritario della Lega» ha dichiarato al Domani. Non è quindi un caso che il ritorno in campo delle sardine preveda tre proposte di legge fortemente osteggiate dalla Lega. L’obiettivo di questa iniziativa, che ovviamente ha suscitato la reazione di Salvini, sembra quello di ingaggiare uno scontro con il Carroccio per avvantaggiare il centrosinistra.

Proprio come accadde nella campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia-Romagna tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. In quell’occasione la mobilitazione delle sardine contribuì alla sconfitta della Lega e alla vittoria di Bonaccini. A causa dell’insuccesso della Borgonzoni, a Salvini non riuscì la spallata ai danni del Conte bis e di conseguenza venne meno la possibilità del voto anticipato tanto agognato dal leader leghista.

Il bluff politico culturale

Oggi lo scenario è molto diverso, anche se le sardine, fiancheggiando ancora il Pd, come dimostrano i tanti incontri tra Santori e gli esponenti dem, stanno provando a riproporre lo stesso schema: utilizzare l’antisalvinismo per spianare la strada al centrosinistra. Dunque, far ripartire lo scontro frontale, giunto fino ad un surreale fascismo-antifascismo, per cercare di indebolire nuovamente la Lega e il centrodestra.

Tuttavia la situazione è radicalmente mutata, sia perché le sardine hanno perso credibilità e il loro bluff politico-culturale è stato svelato, sia perché anche i media hanno assunto un atteggiamento meno favorevole nei loro confronti.

Quando c’era la sardinitudine

Eppure, nel novembre del 2019 buona parte degli osservatori le elogiava come un nuovo modello di partecipazione ed esaltava le loro iniziative, ignorando il vuoto di contenuti e di idee e la sterile retorica sulla partecipazione fisica, sulla comunicazione e sulla bellezza.

Basti ricordare, ad esempio, questo intervento di Mattia Santori del febbraio 2020:

«Quello che noi portiamo è una poesia fondamentalmente non scritta ma visuale, concettuale, che è un po’ quello che ci appartiene come Sardine. Cioè spiegare la realtà attraverso dei paradigmi diversi che non vengono sempre capiti, non passano ma che in qualche modo potrebbe essere una chiave comunicativa molto utile per il futuro. Ed è bellissimo».

Il nulla, «siamo un flusso di pensiero, un’appartenenza a un’idea», ma infiocchettato con un’untuosa retorica, condita anche con la battaglia anti-odio combattuta, per certi tratti, con la fascistizzazione dell’avversario.

Le gaffe di Santori

Con il passare del tempo e dopo infinite gaffes (basti pensare al tweet in cui sostenevano che Aldo Moro fosse stato ucciso dalla mafia, o al siparietto tra Santori e Borghi sulla puzza di cacca in strada), l’opinione pubblica sembra molto meno permeabile alla loro propaganda.

Resta da capire se la loro azione potrà pesare sulla campagna elettorale o se, come pare, la loro presenza farà solo da contorno alle sfide del prossimo autunno. Infine, sarà interessante osservare la copertura mediatica che verrà utilizzata dal mondo dell’informazione per descriverne le iniziative. Dopo una fase di esaltazione acritica, dovrebbe tornare l’equilibrio. Anche se le ragioni tattiche per il sostegno alle sardine restano.

Foto Ansa

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