La marcia dei 30 mila col cardinale Scola per «la libertà di educazione nella scuola»

Sabato si svolge Andemm al Domm, storica manifestazione milanese in sostegno delle scuole paritarie. E quest'anno parteciperanno anche i genitori degli allievi delle statali

Le iscrizioni sono già arrivate a quota 30 mila e, novità di quest’anno, non ci saranno soltanto famiglie con figli iscritti alle scuole cattoliche: anche i genitori di allievi degli istituti pubblici parteciperanno sabato 13 aprile alla 31esima edizione dell’Andemm al Domm, la storica marcia a favore della libertà d’educazione che ogni anno richiama migliaia di persone a Milano.

IL FUTURO DELL’EUROPA. Ci sarà il cardinale di Milano, Angelo Scola, che aspetterà l’arrivo della manifestazione in Piazza Duomo, da dove saluterà insegnanti, studenti e genitori, e ci sarà anche Pier Marsollier, segretario generale della conferenza episcopale francese: a lui il compito di spiegare ruolo e valore della scuola cattolica in Francia. “Il futuro dell’Europa dipende dalla libertà d’educazione”, è il titolo dell’edizione di quest’anno, che vuol richiamare l’attenzione sulla triste tendenza di tanti paesi del Vecchio continente, costretti in tempi di austerity a tirare la cinghia proprio sul fronte scuola: l’Italia è tra le Nazioni che più ha dovuto tagliare il budget per l’istruzione, insieme a Portogallo, Cipro, Ungheria, Lettonia, Lituania e Grecia. A rischio così non c’è solo la qualità dell’insegnamento, ma proprio la libertà di scelta educativa.

SCEGLIERE LIBERAMENTE. «Da tempo l’Europa chiede che vi sia libera concorrenza nel campo scolastico e che lo Stato Italiano metta i genitori nella condizione di scegliere liberamente la scuola in cui vogliono mandare i propri figli», si legge nella lettera che gli organizzatori hanno mandato alle famiglie. «Nonostante la Legge 62 che proclama un unico sistema nazionale di scuola pubblica, statale e paritaria, non vi sono le condizioni per poter parlare di libertà di scelta. Non solo paghiamo le tasse per un servizio che non usufruiamo ma non possiamo neppure dedurre le rette della scuola che paghiamo. Questa è l’ingiustizia che dobbiamo denunciare. Per noi è fondamentale che sia la famiglia a scegliere quale modello culturale far seguire ai propri figli».

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