La libertà di educazione

Il breve saggio del professor Paolo Terenzi che apre la discussione su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl

Foto di Taylor Wilcox per Unsplash

«La libertà di educazione è uno slogan privo di significato se vengono a mancare i necessari sostegni istituzionali, e questo a sua volta richiede specifiche scelte politiche» (Glenn 2013, p. 90)

La relazione tra Stati nazionali ed istituzioni educative è una questione che attraversa la storia moderna e che si inserisce nella problematica più generale del ruolo dello Stato nella vita pubblica. Numerosi studiosi hanno osservato che la libertà di educazione è uno dei cardini attorno ai quali ruotano altre libertà sociali, economiche, politiche. Quello della libertà di educazione è anche un tema oggi molto dibattuto a livello internazionale (Varsori 2015; Koinzer, Nikolai Waldow 2017). L’espressione ha differenti significati, i più rilevanti in questa fase storica paiono essere due: il primo ha a che fare con la possibilità per i docenti di argomentare ed esprimere liberamente il proprio punto di vista su tematiche dibattute e controverse. Questo aspetto riguarda la scuola e anche l’università dove, come mostrano i dati del 2023 dell’Academic Freedom Index (AFI), ci sono 22 paesi nei quali la libertà accademica rispetto a 10 anni fa è diminuita, più in generale, la libertà accademica è in regresso per oltre il 50% della popolazione mondiale ovvero 4 miliardi di persone. […]

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