L’Isis ha fatto saltare la “chiesa dell’orologio” di Mosul, «onorata anche dagli islamici»

Secondo il Patriarcato caldeo l'edificio è stato demolito con l'esplosivo dai jihadisti domenica scorsa. Il ricordo di suor Luigina, sorella del patriarca Sako

Secondo il Patriarcato caldeo domenica scorsa, 24 aprile, lo Stato islamico ha distrutto nel centro di Mosul una delle poche chiese rimaste facendola saltare con cariche esplosive. Si tratta, informa un articolo dell’Agenzia Fides, della chiesa della Madonna miracolosa, anche denominata “chiesa dell’orologio” per via della sua caratteristica torre, donata negli anni Settanta dell’Ottocento dall’imperatrice di Francia Eugenia (moglie di Napoleone III) ai padri domenicani che stavano costruendo l’edificio.

ENNESIMA DEVASTAZIONE. Come spiega Fides citando fonti locali, i jihadisti «avrebbero evacuato la zona circostante la chiesa e avrebbero prelevato dall’edificio sacro tutto ciò che poteva essere saccheggiato, prima di far deflagrare le cariche di esplosivo». È l’ennesima devastazione compiuta a Mosul dall’Isis, che da quando il 9 giugno 2014 ha conquistato la città irachena ne ha sistematicamente depredatodemolito gli edifici religiosi, sia cristiani sia musulmani, ritenendoli frutto di “idolatria”.

PERCHÉ? L’Isis, scrive il Telegraph, «non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione relativa alla distruzione e non è chiaro perché l’abbia compiuta proprio adesso», tuttavia secondo l’Agenzia Fides «non si esclude che la chiesa sia stata devastata proprio perché considerata storicamente legata alla Francia». La “colpa” della chiesa dell’orologio agli occhi dei tagliagole del califfo, insomma, potrebbe essere stata proprio la vicenda di quel campanile che «connotava in maniera inconfondibile il profilo del centro storico di Mosul».

«CI ANDAVAMO TUTTI». Il Patriarcato caldeo ha espresso in una nota «dolore per l’ennesimo atto di devastazione commesso contro un luogo di culto», continua Fides. L’agenzia delle Pontificie Opere Missionarie ha anche contattato suor Luigina Sako, superiora della casa romana delle suore caldee Figlie di Maria nonché sorella di Louis Sako, patriarca di Babilonia dei caldei. «I rintocchi di quell’orologio – dice la religiosa irachena – hanno scandito la nostra giovinezza, quando Mosul era una città dove si conviveva in pace. Ricordo che da studenti, quando avevamo un esame importante, andavamo tutti, cristiani e musulmani, a portare i biglietti con le nostre richieste d’aiuto alla grotta di Lourdes ospitata presso quella chiesa, che anche i nostri amici islamici conoscevano e onoravano come “la chiesa della Madonna miracolosa”».

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