Il Vaticano taglierà i fondi alle terre di missione? «Sarebbe drammatico»

Una lettera di Propaganda Fide inviata a 1.100 diocesi in tutto il mondo avverte sulla possibile riduzione dei sussidi. Se la Chiesa vuole essere «per i poveri» deve disporre di ingenti risorse

Il cardinale del Centrafrica Dieudonné Nzapalainga

«Se la Chiesa universale smettesse di aiutarci economicamente, sarebbe drammatico». Così il cardinale centrafricano Dieudonné Nzapalainga ha commentato a La Croix la lettera che il prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il cardinale Luis Antonio Tagle, gli ha inviato a dicembre. Nella missiva recapitata a tutte le diocesi in terra di missione, datata 3 dicembre, il cardinale filippino ha fatto una richiesta inedita: rinunciare ai sussidi della Chiesa perché le risorse disponibili, sempre più scarse a causa della drastica diminuzione delle collette generata dalla pandemia, vadano soltanto a chi ne ha più bisogno. Circa 1.100 diocesi in tutto il mondo in Africa, Asia, Oceania e America del Sud hanno ricevuto la lettera.

«L’AIUTO DELLA CHIESA UNIVERSALE È NECESSARIO»

Negli anni il sussidio del Vaticano è andato via via riducendosi, come spiega monsignor Ignace Bessi, arcivescovo di Korhogo, in Costa d’Avorio: «Ricordo che la mia diocesi di origine riceveva 35 mila dollari, l’equivalente di 35 milioni di franchi cfa. Oggi riceve invece 22 mila euro, cioè 14 milioni di franchi cfa». Il senso del messaggio del prefetto di Propaganda Fide è chiaro: ciascuna diocesi deve tendere all’autonomia finanziaria ed entrare nell’ottica di prendere in mano le redini del proprio futuro.

La situazione, ovviamente, non è la stessa per tutti. Nel Centrafrica piegato dalla guerra civile, nella quale rischia di ripiombare dopo aver superato le conseguenze drammatiche del colpo di Stato del 2013, «l’aiuto della Chiesa universale è necessario, per non dire vitale», prosegue il cardinale Nzapalainga. Ogni volta che i ribelli invadono una città o razziano un villaggio, è nelle chiese che la popolazione trova rifugio. Attualmente decine di migliaia di persone sopravvivono solo grazie agli aiuti ricevuti dai cattolici locali e dai missionari. «Qui viviamo alla giornata. Ogni giorno c’è la possibilità che dei ribelli arrivino e rubino tutto oppure brucino le parrocchie», spiega.

«CHIESA POVERA PER I POVERI»

Il cardinale afferma anche di aver discusso con tutti i sacerdoti della diocesi di Bangui per cercare una soluzione, con l’intento di rinunciare in futuro a parte dei sussidi, se mai sarà possibile. «Abbiamo aperto una riflessione e prendiamo questa lettera come un avvertimento. Spero ad ogni modo che la Congregazione ritenga il Centrafrica un paese prioritario a causa della situazione di insicurezza nella quale viviamo ogni giorno».

I sussidi non saranno sospesi da un giorno all’altro, ma la lettera del cardinal Tagle serve anche da avvertimento: prima o poi il Vaticano potrebbe chiudere i cordoni della borsa. La stretta sarebbe una tragedia per molte diocesi, specie in Africa e in Asia. La lettera del prefetto di Propaganda Fide è un monito anche per l’Occidente: quando papa Francesco nel 2013, a pochi giorni dalla sua elezione, disse di desiderare una «Chiesa povera e per i poveri», non intendeva certo una Chiesa priva di risorse, anche se in tanti interpretarono così le sue parole. La Chiesa ha bisogno di mezzi ingenti per portare avanti la sua opera di evangelizzazione e solo con l’aiuto dell’Occidente 1.100 diocesi sparse in tutto il mondo potranno continuare la loro missione.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Exit mobile version