Il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria

L’annuncio della Sala Stampa vaticana. L’atto, richiesto dalla Madonna a Fatima nel 1917, è previsto per il 25 marzo, festa dell’Annunciazione

Papa Francesco a Fatima nel 2017 (foto Ansa)

La Sala Stampa della Santa Sede ha appena reso noto che «venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella basilica di San Pietro, papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato dal Santo Padre». Non è casuale naturalmente la scelta della data per la consacrazione: il 25 cadrà infatti la festa dell’Annunciazione del Signore.

Le parole di Maria a Fatima

La notizia è notevole perché la richiesta della consacrazione della Russia al Cuore immacolato di Maria arriva proprio da Fatima, dove fu la Madonna in persona ad avanzarla durante l’apparizione del 13 luglio 1917, e per tutti questi anni è rimasto aperto l’interrogativo se la Vergine fosse stata esaudita o meno. Eppure le parole consegnate dalla Madre di Dio ai tre pastorelli portoghesi annunciavano chiaramente che, qualora la richiesta non fosse stata accolta con precisione, la Russia avrebbe diffuso «i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte».

Le consacrazioni del passato

Più precisamente, secondo la rivelazione di Fatima la consacrazione della Russia al Cuore immacolato di Maria avrebbe dovuto essere pronunciata dal Santo Padre «in unione con tutti i vescovi di mondo» e «promettendo di salvarla con questo mezzo». Negli anni successivi all’apparizione del 1917, tre diversi papi – Pio XII nel 1942 e 1952, Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1981 e il 25 marzo 1984 – compirono atti di consacrazione che però, di volta in volta, riguardavano tutti i popoli della terra senza menzione della Russia oppure non erano compiuti in unione con tutti i vescovi del mondo. Scelte dovute, secondo alcune ricostruzioni, alla volontà di non creare tensioni con le autorità sovietiche e la Chiesa ortodossa. Fatto sta che suor Lucia dos Santos, una dei tre destinatari della apparizioni, sostenne in diverse occasioni, anche dopo il 1984, che nessuna delle consacrazioni aveva esaudito la richiesta.

Questione non ancora chiusa

Nel 2000, poi, il cardinale Tarcisio Bertone, all’epoca segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, assicurò che in realtà suor Lucia nel 1989 gli aveva confermato personalmente in una lettera che l’atto solenne compiuto dal Giovanni Paolo II nel 1984 corrispondeva a quanto richiesto dalla Madonna. Tuttavia nemmeno questa versione ha chiuso del tutto la partita, tanto è vero che successivamente altri esponenti anche molto autorevoli della gerarchia cattolica sono tornati a parlare dell’urgenza di consacrare la Russia al Cuore di Maria.

Papa Francesco dunque, con la decisione annunciata oggi, sembra voler togliere definitivamente ogni dubbio sul tema. E nello stesso tempo ribadire il suo «giudizio perfettamente aderente alla situazione» sulla guerra tra Russia e Ucraina, espresso prima con la richiesta di preghiera e digiuno per la pace, poi con l’appello, domenica scorsa durante l’Angelus in piazza San Pietro, a «fermare il massacro».

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