«Il figlio unico ci affoga, il secondo figlio ci salva»

"Due figli, no tasse" è un'idea forte che può dare un senso a questa legislatura. Rileggetevi cosa ha detto lo statistico Volpi al nostro convegno a Roma: «Dobbiamo distinguere tra figli, e discriminare»

“Due figli, no tasse” è uno slogan magnifico che darebbe senso e sale a una legislatura. Chissà se si farà e come – siamo sempre in Italia, in fondo -, ma lasciateci sperare e, in fondo, tifare, per una misura che va incontro a quello che scriviamo con convinzione da anni: l’inverno demografico è la prima emergenza italiana.

Certo, come ha scritto Giuliano Ferrara, pensare che bastino i quattrini per convincere la gente a mettere al mondo bambini, è pura illusione: «Maternità e paternità sono un fenomeno complesso e non solo una curva demografico-fiscale», eppure «perché non provarlo?». Soprattutto, questa è un’idea, una proposta forte, un segno di cosa si intende fare con quel potere che il popolo ti ha conferito. Non è gestione dell’esistente, rattoppo, un barcamenarsi il più a lungo possibile: è politica con la P maiuscola.

L’Italia nel 2050

Siamo un paese vecchierel canuto et biancho, per dirla con Petrarca, e se non facciamo nulla, da qui al 2070 perderemo 11 milioni di persone. La situazione è così compromessa che, da qualunque punto d’osservazione la si guardi, è disastrosa. Se andate a rivedere il video del nostro convegno romano troverete, soprattutto negli interventi di Marco Valerio Lo Prete e di Roberto Volpi, la conferma statistica che non stiamo esagerando.

In particolare, va ripreso l’intervento di Volpi che ha fatto notare che «il 72 per cento delle donne nate nel 1976, cioè quelle che oggi stanno uscendo dal periodo di fertilità, ha zero figli o ha un figlio. Di questo passo, l’Italia nel 2050 non esisterà nemmeno più».

Dobbiamo distinguere tra figli

Se fossi al posto di Meloni, userei l’intervento di Volpi per spiegare perché l’idea “Due figli, no tasse” è l’unica nostra speranza. «Bisogna distinguere tra figli», ha detto lo statistico rivolgendosi in particolar modo alla ministra Roccella, perché un solo figlio per famiglia non è sufficiente.

«Noi dobbiamo evitare che le coppie si fermino al primo figlio e, invece, premiare il secondo figlio, perché è il secondo figlio che ci salva. Il figlio unico ci affoga, il secondo figlio è la scialuppa di salvataggio. Non possiamo premiare i figli tutti allo stesso modo, è una sciocchezza… perché si fermeranno tutti al primo, e affogheremo. Dobbiamo premiare fortemente le coppie che fanno il secondo figlio. Ma dico fortemente. Dobbiamo distinguere tra figli, e discriminare. Chissenefrega poi se diranno che discriminate. Certo che discriminiamo! È sacrosanto discriminare nella situazione in cui siamo, e premiare il secondo figlio».

Fantastico Volpi. Il paradosso è che per non far affondare la barca Italia, questa volta non bisogna far scendere la gente, ma farla salire. E, come dice la nostra ultima copertina, Prima le donne e i bambini.

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