Hong Kong introduce lo psicoreato

Due uomini sono stati arrestati per il possesso di un libro per bambini potenzialmente «sedizioso», dando così adito al sospetto che «possano avere intenti criminali»

Il sovrintendente del dipartimento di polizia per la sicurezza nazionale, Steve Li, con il libro incriminato a Hong Kong

La polizia incaricata di far rispettare la legge sulla sicurezza nazionale ha arrestato due uomini  il 13 marzo solo perché possedevano in casa dei libri che potrebbero «incitare all’odio e all’oltraggio del governo cinese, del governo di Hong Kong e della magistratura di Hong Kong». Mai nessuno prima d’ora era stato arrestato nella città tornata sotto il totale controllo di Pechino per il semplice possesso di un libro.

Il libro incriminato è un volume per bambini

Secondo fonti citate da HK01, i libri pericolosi sono i volumi per bambini scritti e pubblicati da cinque terapisti tra il 2020 e il 2021. Tre di questi sono costituiti da storie allegoriche in cui delle innocue pecorelle difendono il proprio villaggio dai lupi.

Gli autori dei libri in questione, tutti membri del comitato esecutivo del sindacato dei logopedisti di Hong Kong, sono stati condannati a settembre a 19 mesi di carcere con l’accusa di voler «fare il lavaggio del cervello» ai bambini. Per il giudice distrettuale Kwok Wai-kin, infatti, le storie sono un chiaro riferimento alle proteste oceaniche contro la legge di estradizione del 2019 e alla loro repressione da parte del governo di Hong Kong. I volumi avrebbero dunque un intento «sedizioso».

«Le pecore rappresentano Hong Kong», ha scritto il giudice nel verdetto interpretando la favola, «i lupi sono le autorità cinesi mentre la governatrice è il lupo mascherato da pecora», che riceve istruzioni «dal capobranco», Xi Jinping. Così «si spingono i giovani a odiare le autorità cinesi».

La confusione alimentata dalla polizia di Hong Kong

Nel luglio 2021, dopo l’arresto dei cinque terapisti, il sovrintendente del dipartimento di polizia per la sicurezza nazionale, Steve Li, aveva suggerito in conferenza stampa alle famiglie di Hong Kong di disfarsi dei libri in questione. Aveva poi aggiunto però che «non vedo come il semplice possesso dei libri possa costituire un problema».

Ora che però due uomini di 38 e 50 anni sono stati arrestati per il possesso di quei libri, il consigliere governativo Ronny Tong ha rettificato le parole del capo della polizia: «Le parole di un poliziotto, al pari delle mie, non costituiscono la legge. Solo le decisioni dei giudici rappresentano la legge».

Le pubblicazioni potenzialmente sediziose

Due dei cinque terapisti, dopo la condanna in primo grado, hanno presentato ricorso. La sentenza che ha definito i libri «sediziosi» non è dunque ancora definitiva. Eppure due uomini sono stati arrestati per il semplice possesso di quei volumi. Interrogato dai giornalisti sulla legittimità degli ultimi arresti, Tong ha risposto in questo modo: «Se tutti sanno che queste pubblicazioni sono sediziose, perché qualcuno dovrebbe possederle? Se hai dato modo di alimentare il sospetto di voler usare libri sediziosi per violare legge, è chiaro che qualcuno potrebbe trarre la conseguenza che hai intenti criminali».

Allo stesso modo, «se qualcuno possiede un libro che contiene lo slogan “Liberare Hong Kong, la rivoluzione del nostro tempo”», considerato dai giudici come un inno secessionista, e quindi illegale in base alla legge sulla sicurezza nazionale, «questa persona deve pagarne le conseguenze».

Hong Kong introduce lo psicoreato

Seguendo il ragionamento del consigliere governativo e la prassi della polizia ne consegue che tutto a Hong Kong costituisce potenzialmente un reato. Affermare che per essere arrestati non è necessario che «l’intento criminale» si traduca in azione significa introdurre di fatto lo psicoreato. È sufficiente essere sospettati di pensare in modo sedizioso per essere accusati e condannati per sedizione.

A oltre due anni dall’introduzione della draconiana legge sulla sicurezza nazionale, nessuno può ritenersi al sicuro a Hong Kong, neanche chi si astiene dal protestare o dal criticare il governo con le azioni e con le parole. Nessuna legge vieta di possedere libri regolarmente pubblicati, stampati e venduti in libreria, eppure due uomini sono stati arrestati per questo.

Del resto il governo fantoccio eterodiretto dal regime comunista cinese non definisce con chiarezza cosa costituisce reato e cosa non. In questo modo può tenere tutta la popolazione sotto scacco facendo arrestare chiunque a piacimento nel momento in cui lo ritiene più opportuno. Solo nel 2017, secondo la classifica di Freedom House, Hong Kong era un territorio “parzialmente libero” con 61 punti su 100. A cinque anni di distanza è crollato a 42 punti. Di questo passo, l’anno prossimo scenderà al di sotto di paesi come Uganda, Iraq, Cambogia e Nicaragua, fino a raggiungere la madrepatria Cina, uno dei dieci paesi dove i cittadini godono di meno libertà al mondo.

@LeoneGrotti

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