Da Sartre a Médine, ora l’idolo della sinistra francese è un rapper islamista

La gauche flirta con il «ricercatore di radicalismo» (sic) franco-algerino che inneggia alla Jihad e invita a «crocifiggere i laici come sul Golgota». «Abbiamo molte battaglie in comune», assicurano Verdi, ecologisti e giacobini di Mélenchon

Il rapper islamista Médine (foto MonsieurNas)

Parigi. Un tempo la sinistra francese aveva Jean-Paul Sartre, Herbert Marcuse e Michel Foucault come intellettuali di riferimento, oggi, invece, ha un rapper islamista: Médine, nome d’arte di Médine Zaouiche, nato a Le Havre da genitori di origini algerine e «ricercatore di radicalismo» (sua definizione), noto per aver pubblicato nel 2005 l’album Jihad, le plus grand combat est contre soi-même e per essere l’autore di canzoni come Don’t Laïk e Jihad, dove invita a «crocifiggere i laici come sul Golgota» e a «lanciare fatwe sulla testa degli stronzi», come Nadine Morano e Jean-François Copé, esponenti della destra gollista.

Médine, il maître à penser della gauche è un rapper islamico

«Abbiamo molte battaglie in comune», ha dichiarato Marine Tondelier, segretaria nazionale del partito dei Verdi francesi, Europe Écologie les Verts, pronta ad accogliere il rapper il prossimo 24 agosto. L’occasione? Le Journées d’été degli ecologisti, sorta di Festa dell’Unità in salsa francese, durante le quali Médine sarà l’ospite speciale. Il rapper parteciperà a un dibattito con la segretaria dei Verdi intitolato “La forza della cultura dinanzi alla cultura della forza”, perché la battaglia contro «l’estrema destra» è una di «quelle battaglie che abbiamo in comune con gli ecologisti», accanto all’«antirazzismo», secondo le parole di Médine.

Amico di lunga data del comico antisemita Dieudonné M’Bala M’Bala, il rapper franco-algerino ha l’ossessione dei “sionisti” e nel passato si è fatto fotografare a più riprese mentre “fa la quenelle”: sorta di saluto nazista al contrario e che si vuole simbolo di «disobbedienza al sistema» (sionista va da sé), inventato e portato alla ribalta proprio da Dieudonné. «Mi basta Allah, non ho bisogno di essere laicizzato», «Sono una djellaba nella giornata della gonna», «Marianne è una femen tatuata “Fuck God” sulle tette», canta Médine, rinfacciando alla Francia il suo passato coloniale e eccitando il popolo delle banlieue.

Tra ecologismo e apologia dell’11 settembre

I suoi testi sono pieni di insulti e oltraggi ai valori della République, misogini, razzisti, e al limite dell’incitamento all’odio e alla violenza, ma per la gauche sono come i discorsi di Sartre, da conoscere a memoria. «Nei suoi testi, dice talvolta delle cose ecologiste e altre meno ecologiste. Ma si è espresso più volte dopo la morte di Nahel (il giovane ucciso da un poliziotto dopo aver forzato un controllo stradale a Nanterre lo scorso giugno, ndr), sul razzismo nella polizia, abbiamo queste cose in comune, anche se non le manifestiamo allo stesso modo», ha dichiarato Léa Balage El-Mariky, organizzatrice delle Journées d’été degli ecologisti, che si terranno a Le Havre, in Normandia.

Balage El-Mariky ha detto di essersi convinta ad invitare Médine dopo che il rapper islamista ha organizzato una contro-manifestazione in occasione della venuta di Marine Le Pen il 1° maggio a Le Havre, la sua città natale. «È l’ennesimo patto di una certa sinistra con l’islamismo», ha commentato sul Figaro Marika Bret, ex direttrice delle risorse umane di Charlie Hebdo e autrice del libro Qui veut tuer la laïcité?. Nel 2015, il filosofo e accademico di Francia Alain Finkielkraut aveva criticato il rapper la sua «apologia musicale degli attentati dell’11 settembre e di Bin Laden» nel suo primo album intitolato 11 septembre, récit du 11e jour.

Médine, il più corteggiato alle feste di partito

Nel marzo del 2017, Médine venne invitato a parlare all’École normale supérieure, una delle scuole dell’élite francese, nel quadro di una conferenza intitolata “La plume et le bitume”, suscitando numerose polemiche. Nell’ottobre 2018, avrebbe dovuto esibirsi persino al Bataclan, teatro dei massacri jihadisti, ma i suoi concerti vennero annullati in seguito alla pressione delle famiglie delle vittime.

Nonostante il suo curriculum a dir poco sulfureo, oltre agli ecologisti, anche la France insoumise del giacobino Jean-Luc Mélenchon lo aspetta a braccia aperte per la sua università estiva, “AmFis”, che si terrà tra il 23 e il 27 agosto a Valence. Médine dibatterà con Mathilde Panot, capogruppo dei deputati Insoumis all’Assemblea nazionale. Come riportato dal Figaro, la tournée progressista di Médine non terminerà a fine agosto, perché l’artista-guru sarà presente a fine settembre anche alla Fête de L’Humanité, la storica festa del Partito comunista francese.

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