È vero che «non ci sono più cristiani assiri» nelle mani dell’Isis in Siria?

Secondo alcune fonti, ne rimarrebbero almeno sette. E in ogni caso il dramma non si può dire concluso: 179 persone rapite ad Al Qaryatayn sono ancora in ostaggio

Un altro gruppo di cristiani assiri rapiti dall’Isis in Siria il 23 febbraio 2015 è stato liberato lunedì. Si tratta di 43 persone e secondo quanto dichiarato dalla Chiesa assira orientale «non ci sono più cristiani» nelle mani dei jihadisti provenienti dai villaggi lungo il fiume Khabur. Ma come ha detto a tempi.it Svante Lundgren, che lavora per la Federazione assira di Svezia, fondata negli anni Settanta da profughi provenienti dalla Siria e che è costantemente in contatto con i cristiani della zona, «ci sono ancora sette cristiani da liberare. Lo dicono le nostre fonti sul terreno. Ci hanno dato anche i nomi». Anche secondo AsiaNews, ci sono almeno altri cinque cristiani di cui non si sa più nulla.

250 CRISTIANI. Il 23 febbraio dell’anno scorso, l’Isis ha sferrato un’offensiva contro 35 villaggi cristiani nel nord del paese, vicino al confine con la Turchia. Almeno 250 cristiani sono stati rapiti e per loro i jihadisti hanno chiesto un riscatto di 100 mila dollari l’uno. Le autorità religiose hanno fatto sapere agli islamisti che non erano in grado di pagare una cifra simile e nessuno sa se alla fine sia stato pagato un riscatto e a quanto ammonti.

ANCORA IN OSTAGGIO. Durante l’assalto ai villaggi, una decina di cristiani sono stati uccisi e tre degli ostaggi rapiti sono stati poi assassinati con una crudele esecuzione a settembre. Oltre agli ultimi sette cristiani da liberare, il dramma degli assiri non si può in ogni caso dire concluso: lo Stato islamico infatti tiene ancora in ostaggio 179 persone rapite nella città di Al Qaryatayn il 6 agosto 2015. Se questi sono ancora prigionieri, altri 71 sono stati liberati nei mesi scorsi, mentre padre Jacques Mourad è riuscito a scappare il 10 ottobre.

Foto Aina

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