«È meglio che Pisapia si dimetta subito»

Dopo l'annuncio del sindaco di Milano di non voler correre nel 2016, il consigliere Matteo Forte spiega perché la città è lasciata in un limbo pericoloso

Il sindaco Giuliano Pisapia non si ricandiderà alle elezioni del 2016 per il Comune di Milano. «Ho sempre detto che avrei fatto un solo mandato. Non lo faccio per stanchezza, ma per coerenza», ha spiegato il primo cittadino. Il fatto di dichiararlo a quattordici mesi dalla scadenza del suo mandato ha mandato in confusione in primis la sua giunta, come spiega Matteo Forte, consigliere comunale di minoranza (Polo dei milanesi).

Pisapia si ferma qua. Lei ha dichiarato che sarebbe meglio che si dimettesse subito. Perché?
Con parecchi colleghi ci sentiamo di sostenere quest’ipotesi. Non poteva scegliere momento più infelice, o più comodo, per dichiarare che non ci sarà un Pisapia bis. Siamo alla vigilia di un evento importante e mondiale come Expo, e ci sono ancora due bilanci comunali da consegnare. Un sindaco che dà la resa non è un segnale positivo. È come se delegittimasse anche la giunta, è un sindaco a metà. Se consegnasse già adesso le dimissioni, la ricerca di un successore si metterebbe in moto prima, e invece rimarremo congelati fino all’anno prossimo.

Quali sono gli impegni più importanti che Pisapia deve affrontare da qui al 2016?
Dobbiamo ancora ridefinire la questione delle città metropolitana, bisogna riformare le “zone” in cui è divisa Milano e renderle municipi, in vista anche delle prossime elezioni. Il sindaco deve assumere un nuovo ruolo, ancora più centrale. Pisapia dovrebbe ricordarsi che si rifanno a lui non solo i cittadini milanesi, ma anche quelli dell’hinterland.

È una domanda ipotetica, ma se si fosse ricandidato cosa ne sarebbe stato di lui?
Non sono tra quelli che pensano che certamente non sarebbe stato rieletto. Anzi, magari avrebbe vinto di nuovo, perché i milanesi sono tipi pragmatici, che pensano “Piutost che nient l’è mei piutost” (piuttosto che niente, è meglio piuttosto, ndr). Al momento non c’è nessun nome, né da una parte né dall’altra. Il segretario della Lega Matteo Salvini si è detto favorevole alle elezioni immediate, ma senza dire se intende candidarsi lui stesso o portare avanti una candidatura. A me personalmente spaventa il vuoto che la Lega e altre posizioni di sinistra più estreme. Non esiste un mondo moderato al momento a Milano, ed ecco anche perché ha trionfato Matteo Renzi alle Europee 2014, perché era l’unica alternativa “semi-moderata” che c’era.

Quali sono gli errori che rimproverate all’amministrazione Pisapia?
È sempre mancata un’idea di città per il futuro, è mancata una visione d’insieme. Sono stati avviati alcuni progetti sociali, ma non si sono davvero riformati i servizi. Sono stati portati avanti il registro delle unioni civili e il testamento biologico senza che vi fosse un reale bisogno della cittadinanza, ma più che altro come bandiera politica.

Chi sarà il suo successore?
Nel centrosinistra si fa il nome di Stefano Boeri, sarebbe anche un candidato valido visto che è un nome profondamente milanese, ma è già stato bruciato nelle precedenti primarie del Pd, quindi dubito vorrà rifarsi avanti. Anche pensare a un imprenditore potrebbe essere una buona strada, più che altro perché essere al di fuori dei partiti, al giorno d’oggi, è un punto di vantaggio. Le prossime elezioni milanesi sono davvero molto importanti, per riavviare la stagione politica italiana, entrambe le parti devono averlo ben presente. Tutto è sempre partito da Milano, dal fascismo alla resistenza, da Silvio Berlusconi alla Lega. Da Roma non possono azzardare nomi, perché anche nelle scorse regionali è stato dimostrato il contrario, visto che la lista Maroni ha preso pochi voti in città, a discapito della lista Ambrosoli. È Milano che dà il traino politico al Paese, non viceversa.

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