De Michelis sull’asse Merkel-Sarkozy: «L’Italia con Tremonti può dire la sua in Europa»

Il vertice tra la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Sarkozy ha ricevuto dure critiche da parte di Franco Frattini. L'ex ministro degli Esteri De Michelis ha commentato la vicenda ai microfoni di Radio Tempi: «La supremazia franco-tedesca è questione antica e difficilmente arginabile. Ma l'Italia può avere un ruolo importante in Europa, non con Draghi ma con Tremonti»

Nel triennio ’89 -’92 l’Europa ha subito una trasformazione significativa: sono gli anni che vanno dalla caduta del muro di Berlino alla firma del Trattato di Maastricht, un periodo storico determinante che vede come Ministro degli Esteri Gianni De Michelis, intervenuto ai microfoni di Radio Tempi per commentare le parole dell’attuale capo della Farnesina Franco Frattini nei confronti dell’asse Merkel-Sarkozy.

 

De Michelis, oggi presidente dell‘Ipalmo (Istituto per le relazioni tra l’Italia e i paesi dell’Africa, dell’America Latina, Medio ed Estremo Oriente), come prima cosa definisce le relazioni tra Francia e Germania come un «problema antico» per il nostro paese e condivide le critiche esposte dal ministro Frattini, poiché «l’Italia ha sempre cercato d’impedire la supremazia franco-tedesca», anche se è necessario «non drammatizzare, perché la revisione dei trattati in ambito europeo deve essere decisa all’unanimità e il diritto di veto vale di più per paesi importanti come l’Italia». Per l’ex ministro occorre una profonda riflessione «sulla necessità di coordinare l’evoluzione politica italiana con l’esigenza di far contare di più il nostro paese a Bruxelles», ed è per questo che «sarebbe una follia affrontare attualmente l’Europa con un governo in scadenza nel 2012».

Ripercorrendo la storia, il pensiero va agli anni in cui Gianni De Michelis era coinvolto in prima linea nei governi italiani degli anni ’80, gli anni della Guerra Fredda. L’ultimo ventennio ha visto cambiare drasticamente «la configurazione del mondo in un modo inadeguato per colpa degli Usa, che si sono illusi di poter fare da soli. Ma la crisi ha dimostrato che questa illusione non poteva funzionare». La soluzione al problema De Michelis la vede nella «garanzia di una governance multilaterale in un mondo che è diventato oggettivamente e irreversibilmente multipolare». L’obiettivo è difficile e «ci sono due modi per raggiungerlo: o attraverso un compromesso o attraverso un conflitto».

 

Auspicando la prima soluzione, il presidente dell’Ipalmo intravede negli accordi tra il premier francese e la cancelliera tedesca una possibilità, e ricorda per analogia lo scambio avvenuto a Maastricht con Helmut Kohl: l’unificazione delle due Germanie in cambio dell’adozione della moneta unica europea. Ora come allora il governo italiano può avere un ruolo determinante nella persona di Tremonti più che in quella di Mario Draghi perché: «contano di più i governi delle banche centrali». Infine, il ministro del Psi dell’era craxiana ricorda l’importanza dell’allargamento dell’Europa che, data l’amicizia tra Putin e Silvio Berlusconi, potrebbe dare i suoi benefici.
Twitter: @giardser

L’intervista audio integrale
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