«SESSO E DROGA». Meagan è nata nel 1981 nello Stato di Washington e descrive così la sua giovinezza: «Dopo la separazione dei miei genitori, iniziai a passare da un’abitazione all’altra, completamente immersa in una vita promiscua: nessuno si prendeva cura di me, presi a drogarmi con l’anfetamina e mi ritirai da scuola senza diplomarmi». Nel 2000 si trasferì a casa di sua madre per finire la scuola: «Smisi di usare l’anfetamina, ma continuavo ad abusare di altre sostanze e a vivere nella promiscuità».
Il 12 settembre 2001 Meagan scoprì di essere incinta e il padre di suo figlio le chiese di abortire: «Mi salvò mia madre, nonostante la sua condotta di vita. Quando le dissi che avrei abortito, sorprendentemente mi rispose che era totalmente contraria e che sarebbe stata al mio fianco nel crescere il bambino». Meagan decise di tenere il figlio, ma «quando comunicai la scelta al mio ragazzo, lui mi lasciò».
In quel momento, un amico, che aveva saputo della scomparsa della madre, entrò in casa sua: «Mi trovò chiusa nell’armadio, mi portò via con sé e un mese dopo fui invitata in chiesa. Il pastore chiese se c’era qualcuno tra i presenti che voleva cambiare vita lasciando che fosse Dio ad occuparsi di lui. Alzai la mano e, qualche tempo dopo, tornai dal pastore».
«ODIAVO LA CHIESA». Fino ad allora Meagan aveva «odiato la Chiesa», pensava «a Dio come a un giudice» e credeva che «fosse impossibile salvarsi: tanto valeva godersi la vita». Anche per questo rimase così colpita dal fatto che, nonostante «fossi incinta e senza un marito, nessuno cercò di cambiarmi. Si interessavano a me sinceramente, senza chiedere niente in cambio. Mi accompagnarono in un lavoro di conversione, di correzione amorevole per sanare le mie ferite».
La ragazza non abbandonò subito la vecchia vita: «Ormai avevo perso la castità e pensavo che non servisse. In più, credevo di valere troppo poco perché un uomo fosse interessato ad aspettare».
Le cose sono cambiate soprattutto quando il figlio del pastore che l’aveva salvata le chiese di sposarla: «Mi trattava come un pezzo d’oro puro. Decidemmo di procedere con calma. Ci frequentammo e pregammo Dio che ci illuminasse. Un anno dopo mi chiese di sposarlo. Era il 2006, sapevamo entrambi che eravamo insieme per mettere la nostra vita al servizio degli altri».
L’IMPEGNO CONTRO L’ABORTO. Per aiutare le donne a non abortire, Meagan le mette in contatto con i centri di aiuto alla vita, con chi può sostenerle dal punto di vista economico e racconta la sua storia: «Dico loro che i miei figli mi hanno salvato la vita. Che non è vero che non hanno scelta, che l’aborto ti rovina sia mentalmente sia fisicamente. Nessuno dice loro la verità e cioè che il cuore dei bambini comincia a battere già 18 giorni dopo il concepimento, che l’aborto incrementa il rischio di cancro, che aumentano i problemi di infertilità. Le donne sono intelligenti, hanno solo bisogno di qualcuno che le aiuti a guardare ciò che già sanno e sentono».