Quella del 2023 è stata l’estate dell’ecoansia, delle lacrime del ministro Pichetto Fratin, degli “hanno ragione i ragazzi che imbrattano i monumenti, non c’è più tempo!”, delle analisi scientifiche a colpi di “non ha mai fatto così caldo”, dei toni apocalittici per raccontare gli alberi abbattuti dal vento a Milano, della confusione mediatica tra meteo e clima, degli incendi appiccati dai piromani venduti come causati dal “clima impazzito”, degli appelli al “fate presto”. Poi sono iniziate le ferie, e l’emergenza è passata di moda per qualche settimana. A fine agosto, al grido di “arriva Poppea, governo negazionista!”, è tornata la narrazione miope su come fermare il cambiamento climatico globale con le buone azioni di quartiere.
Chicco Testa: «Meno allarmismo, più adattamento»
Si può affrontare il cambiamento climatico senza ansia? Tempi ne parla con Chicco Testa, esperto di energia dal curriculum infinito: già segretario nazionale e poi...