Chi vincerà la megabattaglia sui microchip?

Malgrado rassicurazioni e visite di cortesia, s’inferocisce tra Cina e Stati Uniti la grande guerra per il controllo delle tecnologie di avanguardia. Si lotta a suon di sanzioni e rappresaglie commerciali, ma in ballo c’è sempre il predominio militare

La visita del ministro del Tesoro americano Janet Yellen a Pechino ai primi di luglio per allentare le tensioni fra i due paesi era solo polvere negli occhi, così come la dichiarazione della portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning secondo cui le restrizioni alle esportazioni di minerali come il gallio e il germanio sono perfettamente legali e non prendono di mira nessun paese in particolare: la guerra dei microprocessori e dei semiconduttori fra Stati Uniti e Cina continua e diventa sempre più intensa.

Attacchi e rappresaglie si susseguono. In gioco c’è il contenimento dell’ascesa cinese: l’accesso alle tecnologie di punta permetterebbe a Pechino di prendere il sopravvento nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e di uguagliare gli Stati Uniti nelle capacità militari. Da qui i provvedimenti americani che mirano a ostacolare l’acquisizione di tecnologie di avanguardia da parte cinese e le recenti rappresaglie di Pechino. ...

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