Canada. Non uccide i pazienti con l’eutanasia: hospice deve chiudere

Il governo ha ritirato i fondi pubblici alla Delta Hospice Society. «Siamo scioccati. Lo fanno per soldi: l'eutanasia costa meno delle nostre cure palliative»

La provincia canadese della Columbia Britannica ha deciso di ritirare i fondi a un hospice convenzionato che fornisce cure palliative perché si è rifiutato di uccidere con l’eutanasia i suoi pazienti. L’hospice sarà di conseguenza costretto a chiudere i battenti l’anno prossimo. A tanto si è arrivati in Canada, dove la “buona morte” è stata approvata nel 2016 e nel giro di pochi anni, da diritto, è già diventata un macabro dovere.

PRATICATE L’EUTANASIA O CHIUDETE

Il 25 febbraio il ministro della Salute Adrian Dix ha annunciato che a partire dall’anno prossimo il governo non erogherà più 1,5 milioni di dollari alla Delta Hospice Society. Di conseguenza, l’Irene Thomas Hospice, struttura laica con dieci posti letto che offre cure palliative e assistenza 24 ore su 24 a malati in fin di vita nella città di Delta, sarà costretto a chiudere. «È uno scandalo, siamo scioccati», ha dichiarato la presidente Angelina Ireland alla stampa canadese. «Noi accompagniamo le persone fino alla fine naturale della loro vita, non siamo attrezzati per porvi fine con l’eutanasia».

Dopo la legalizzazione dell’eutanasia nel 2016, la provincia della Columbia britannica ha previsto l’obbligo di garantire l’iniezione letale per tutte quelle strutture finanziate per oltre il 50 per cento dal servizio sanitario nazionale. L’hospice, che rifiuta l’eutanasia sia per motivi filosofici sia perché va palesemente contro lo scopo e la natura della struttura, ha dunque chiesto al governo di ricevere meno finanziamenti nell’ottica di coprire l’ammanco attraverso investitori privati. Ma il ministro della Salute, Dix, ha rifiutato affermando: «L’entità dei fondi che eroghiamo non è affar loro», ribadendo che dovevano scegliere tra adeguarsi alla normativa o chiudere.

LA CROCIATA DEL GOVERNO

Il governo, oltretutto, ha annunciato che esproprierà i locali della struttura, che sono stati costruiti dalla Delta Hospice Society a proprie spese su un terreno ceduto in locazione gratuita dalla provincia. «Quando questa storia si sarà conclusa», ha dichiarato il ministro, «i pazienti potranno tornare ad avere pieno accesso al loro diritto di morire con l’eutanasia. Altrimenti potrebbero accusarci di violazione dei diritti umani».

In un comunicato, la presidente Ireland ha denunciato la crociata irragionevole del governo. Innanzitutto, ha fatto notare, quando è stata firmata la convenzione con la struttura l’eutanasia non era prevista perché illegale. Inoltre, negli ultimi tre anni solo tre pazienti hanno chiesto l’iniezione letale al Delta Hospice Society e tutti hanno avuto la possibilità di trasferirsi per ricevere l’eutanasia o all’ospedale pubblico, che dista appena un minuto dall’hospice, o a casa serviti da altri medici.

«È SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI»

«È solo una questione di soldi», ha denunciato Ireland. «Per il governo è più facile ed economico erogare l’eutanasia che fornire ai pazienti le cure palliative. In pratica, stanno dicendo che nessun hospice ha diritto di esistere nella Columbia Britannica fino a quando non fornirà l’eutanasia. Questa decisione del ministro rivela che l’unica cosa che sta a cuore al governo è portare avanti la sua agenda politica e non fornire cure compassionevoli e professionali ai malati in difficoltà e alle loro famiglie».

La Delta Hospice Society ha anche ribadito che in nessun documento l’Organizzazione mondiale della sanità fa rientrare l’eutanasia tra le cure palliative. «È come entrare in una pizzeria e chiedere cibo cinese. Che cosa c’entra? Il risultato sarà la perdita di 50 posti di lavoro e meno cure a disposizione dei residenti. Siamo molto preoccupati per il futuro delle cure palliative nella nostra provincia».

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