«C’è una sinistra assonanza tra chi vuole creare un’umanità perfetta e l’eugenetica nazista»

Intervista a Giorgio Israel, ordinario di Matematica alla Sapienza, che dopo il caso della Danimarca, che vuole eliminare la sindrome di Down uccidendo i feti dei bambini malati, afferma: «Esiste da sempre il mito prometeico della perfezione, di poter ricreare meglio ciò che la natura ha fatto male, ma chi può decidere quale vita è degna di essere vissuta?».

«È chiaro che la Chiesa cattolica possa non essere d’accordo con l’eutanasia. Personalmente però ritengo che questa posizione non sia veramente umanitaria. La Chiesa (…) predica la pietà, ma in questo caso si rivela crudele poiché, secondo una valutazione puramente emotiva, richiede il perpetuarsi di una penosa sofferenza senza fine». Così si giustificava al processo di Norimberga il dottor Valentin Faltihauser, uno dei medici nazisti responsabili della morte di 250 mila persone per l’uccisione di disabili e malati incurabili. Come ricorda la mostra esposta fino al 6 marzo a Roma “In Memoriam Aktion T4. Lo sterminio nazista delle persone con disabilità”, alla base c’era il comando di Hitler di eliminare «le vite indegne di essere vissute», concedendo «una morte pietosa ai pazienti considerati incurabili» o ai bambini affetti da «gravi malattie incurabili». «C’è un’assonanza sinistra tra vecchie pratiche eugenetiche e quanto sta avvenendo in questi giorni» afferma a tempi.it Giorgio Israel, docente ordinario di Matematica alla Sapienza di Roma. «C’è sempre stato il mito della perfezione, ma oggi ha preso una deriva individualista, condita dalla degenerazione della cultura scientifica».

Perché parla di assonanza sinistra? 
In questo periodo siamo di fronte a una ripresa dell’eugenetica, che non è una pratica cominciata con il nazismo, ma molto prima negli Stati Uniti e nei Paesi scandinavi. E già allora aveva caratteri efferati. Ora però torna sotto una veste nuova.

Quale?
Esiste da sempre il mito prometeico della perfezione, dell’eterna giovinezza, di perfezionare ciò che la natura avrebbe fatto male. La convinzione che si possa vincere la malattia, ogni difetto e creare un’umanità perfetta c’è da tempo. Se il nazismo la saldava con un’ideologia razziale, oggi è diffuso invece il mito individualistico, per cui ognuno deve poter scegliere come deve essere fatto perfino suo figlio. Cambia la forma, ma alla base c’è sempre la stessa illusione: rifare ciò che sarebbe stato fatto male dalla natura.

Che conseguenze ha questa illusione?
Cambia tutto, ad esempio la medicina: non deve più soccorrere la persona ma intervenire per rifare meglio ciò che è stato fatto male.

È di questi giorni la notizia che la Danimarca mira a eliminare la sindrome di Down entro il 2030. Uccidendo però i feti dei bambini che presentano la malattia, scoperti attraverso la diagnosi prenatale.
Appunto. Qui è in campo un’ideologia che ha due problemi: il primo è il pangenetismo, l’idea secondo cui tutto è genetico, ogni aspetto negativo della persona è riconducibile ai geni. L’ambiente non c’è più, non contano i rapporti. Eppure una persona può essere perfetta, avere un cuore sanissimo e ammalarsi di cuore perché gli muore una persona cara. Non tutta la vita dell’uomo è inscritta nella genetica. Oggi invece, senza nessun presupposto razionale e scientifico, si crede così.

Qual è il secondo problema?
Chi decide quale vita è degna di essere vissuta? Chi dice che è meglio eliminare il feto piuttosto che far nascere un bambino Down? L’altro giorno ho visto una persona con una grave imperfezione: non aveva una gamba. Ma, proprio come Pistorius, correva con una protesi. Lui ha reagito, chi può decidere che quella non è una vita degna? Questo è un criterio nazista. Non parlo neanche, poi, di uno degli aspetti più banali di tutta la faccenda.

Cioè?
I soldi. Attorno alla genomica c’è un giro di affari enorme. Ma è inutile stare a parlare di questo.

Perché?
Perché questo aspetto degenerato della cultura scientifica, che sta alla base di tutto, per cui pensiamo che con la scienza possiamo avere un potere illimitato sulla natura e dominare ogni cosa, si combatte con le idee. Bisogna mostrare un’alternativa. Con la legge 40 è successo, nonostante le forze in campo fossero sproporzionate, il risultato del referendum è stato straordinario, Ma oggi la pressione è sempre più forte e battersi è sempre più difficile.
twitter: @LeoneGrotti

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