L'attacco twitter a Mattarella è una fake news

Scambiare un cretino che insulta sui social network per un terrorista è grottesco. Togliete twitter ai giornalisti



Egregio direttore, si fa un gran parlare sui giornali dell’attacco al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insultato via social network per aver, in un primo momento, stoppato la formazione dell’esecutivo Lega-M5s, rifiutandosi di nominare ministro dell’Economia Paolo Savona. Francamente, c’è qualcosa che mi sfugge. Leggo che sarebbero stati mobilitati la Polizia Postale, la Procura di Roma e persino i servizi segreti. Non staremo esagerando?
Matteo Sarvelli, via email
Sì, pare anche a me un polverone. I fatti: tra il 27 ed il 28 maggio una serie di profili twitter “bombardano” la rete con la richiesta #mattarelladimettiti. Il capo dello Stato ha, infatti, bloccato la nomina di Savona. Molti di questi messaggi hanno contenuto violento e scurrile, non un bello spettacolo (come è costume della maggior parte delle “discussioni” – se così le vogliamo chiamare con un eufemismo – su internet). Vedo anch’io che sui giornali la vicenda è stata ingigantita oltre misura, cercando di farla passare come un attacco studiato, concentrico, contro il presidente della Repubblica e paragonata addirittura al Russiagate (altra mezza bufala, se mi consente).
Che esistano dei cretini sui social network, gente che si sfoga col cellulare in mano, non mi pare una novità dell’ultima ora. Far diventare un cretino un pericoloso terrorista, però, mi pare ridicolo. Indagare qualcuno, colpevole di un comportamento sgradevole quanto si vuole, per attentato alla libertà del presidente (pena che in Italia va dai 5 ai 15 anni), non è un filino fuori luogo?
Di cosa stiamo parlando, infatti? Stiamo parlando di qualche centinaio di account che hanno generato alcune migliaia di messaggi. Davvero qualcuno crede che il nostro Stato sia in pericolo per questo? Davvero qualcuno crede che qualche messaggio letto – stiamo larghi – da qualche decina di migliaia di persone possa interferire con l’attività politica del capo dello Stato?
Francamente, gentile Sarvelli, penso che sia tutto molto grottesco. Le uniche spiegazioni che riesco a dare all’enfatizzazione di questa “non notizia” è: 1) è estate, i giornali hanno poco da scrivere. 2) i giornalisti stanno troppo su twitter, pensano che il mondo stia tutto in quella bolla.
È una cosa che ha più a che fare con la pigrizia (interpreto il mondo guardando lo schermo del mio cellulare anziché vedere che accade fuori da esso) e con la sopravvalutazione della “potenza” del web (se le immagina lei la gente barricata in casa tremante per il tweetstorm contro il capo dello Stato?). Ci fanno una testa così con le fake news e poi sono i primi a riempirci pagine e pagine dei loro giornali.
Foto Ansa
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