Appesi a una emozione. Che cosa c’è nel numero di Tempi di ottobre

L'epoca del “sento, dunque sono” e l'urgenza di reimparare a usare la ragione: ne parlano Orsina, Brague, Boghossian. Guida ai contenuti del mensile di ottobre 2021

Come può reggere una società in cui conta solo quello che ognuno individualmente “sente”, dove la percezione del momento pretende letteralmente di dettare legge e qualunque idea diversa diventa un’offesa che va cancellata? E come ci può essere vita comune se perfino la realtà in quanto tale, quando disturba le proprie sensazioni, è percepita come violenza? Non possiamo restare “appesi a una emozione”, come recita il titolo di copertina del numero di Tempi di ottobre 2021, urge tornare a poggiare i piedi sulla solidità della ragione. Ne parlano nel mensile il politologo Giovanni Orsina, il filosofo Rémi Brague e il suo collega Peter Boghossian, che ha pagato un prezzo altissimo per aver osato contestare l’omologazione politicamente corretta che imperversa nelle università americane.

Su solide ragioni è costruita anche la scuola cattolica di don Antonio Villa a Tarcento; altro che La scuola cattolica di Edoardo Albinati, romanzo tutto moralismi e zero libertà ora premiato con una trasposizione cinematografica, come nota nell’editoriale Emanuele Boffi (a proposito: anche nella scuola cattolica di don Villa sono entrate le telecamere e… il documentario di Tempi «è ormai pronto»). Sempre in tema di vite appese a un’emozione nell’epoca del “sento, dunque sono”, lo psicanalista Mario Binasco riflette sul preoccupante boom di transizioni di genere tra i giovanissimi, quello che il Times ha definito allarmato «un esperimento di massa sui bambini».

Ancora. Giancarlo Cesana ricorda l’amico Pier Alberto Bertazzi, detto “Acciaio”, fra i primi seguaci di don Luigi Giussani e inventore del nome di Comunione e Liberazione. Alan Patarga pone una domanda scottante: abbiamo tre mesi per fare in fretta e furia le 51 riforme chieste dall’Europa per sbloccare i miliardi del Recovery Fund, ma siamo sicuri di sapere cosa farcene? La risposta, spulciando il Pnrr, è abbastanza inquietante. Per restare in Europa, è il momento di trarre il bilancio conclusivo dell’era Merkel, visto che la Cancelliera si ritira dopo 16 anni al potere. Se ne occupa nel numero di ottobre di Tempi Leone Grotti. Mentre Alfredo Mantovano smaschera la “frode da etichetta” del referendum per la cannabis legale, un quesito ingannevole perfino nel nome.

Tutta da vedere (non solo da leggere) la nuova rubrica di Marina Corradi, un ritorno che farà felici i lettori di Tempi. Sempre originale e spiazzante poi Fabrice Hadjadj, che nel numero di ottobre 2021 del mensile racconta da par suo il processo a Paulina Nyiramasuhoko, una madre inspiegabilmente tramutatasi in mostro durante il genocidio in Ruanda.

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Tutto questo e molto altro nel nuovo numero di Tempi. In attesa che il mensile di ottobre 2021 arrivi nelle loro case, gli abbonati a Tempi possono già sfogliare la rivista in formato digitale nell’area riservata del sito.

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