Francia. È iniziata l’eutanasia di Vincent Lambert

Stamattina i medici hanno interrotto l'alimentazione e idratazione al paziente tetraplegico di 42 anni. «Vincent sente tutto: ha pianto»

L’eutanasia di Vincent Lambert è cominciata. Stamattina i medici dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims hanno interrotto l’alimentazione e idratazione al paziente tetraplegico di 42 anni. «È una vergogna, uno scandalo assoluto, i genitori di Vincent non hanno neanche potuto abbracciare il figlio», ha tuonato all’Afp Jean Paillot, avvocato dei genitori dell’uomo e padre.

MACRON NON RISPONDE

Lambert non è in fin di vita, né malato, né attaccato ad alcuna macchina. È in stato di minima coscienza e per questo dipendente in tutto e per tutto. Gli unici trattamenti che gli vengono forniti in ospedale sono appunto l’alimentazione e l’idratazione. Ora Lambert morirà di fame e di sete e non si sa quanti giorni ci vorranno prima che sopraggiunga la morte.

Domenica la madre Viviane Lambert, insieme a 200 persone, si è trovata davanti all’ospedale per implorare i medici e le autorità di non uccidere suo figlio. Ha rivolto anche un appello, l’ennesimo, al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che non ha risposto.

«VINCENT SENTE TUTTO: HA PIANTO»

«Quando Vincent ha visto i suoi genitori, che gli hanno comunicato al decisione dei medici» di ucciderlo, «Vincent si è messo a piangere: lui sente tutto quello che succede attorno a lui», ha dichiarato David Philippon, fratellastro e contrario all’eutanasia. Parte della famiglia, in particolare la moglie, vuole invece la morte dell’uomo.

La Chiesa ha fatto sentire la sua voce per opporsi all’esecuzione, così come l’Onu, che ha chiesto alla Francia di aspettare a rimuovere alimentazione e idratazione in attesa di studiare il caso. Ma Parigi sembra avere fretta di uccidere Vincent, applicando «la prima eutanasia legale della storia della Francia», e così, come annunciato in precedenza dal dottor Sanchez, stamattina Vincent è stato sedato. Dormirà fino a quando non sopraggiungerà la morte di fame e di sete.

«È IN GIOCO L’ONORE DELLA SOCIETÀ UMANA»

Come ha scritto sull’Osservatore Romano don Roberto Colombo, docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia Università Cattolica del Sacro Cuore, «pur trovandosi in una condizione di grave incapacità relazionale con il mondo esterno e le persone a lui vicine (nulla potendosi dire con ragionevole certezza sulla eventuale riduzione o assenza della sua “coscienza interna” o “profonda”), il paziente non è connesso ad un ventilatore (la respirazione è autonoma) né sottoposto a stimolazione cardiaca (il battito è spontaneo), e neppure oggetto di terapie intensive o subintensive che possano configurare una situazione clinica ed etica di “accanimento terapeutico”. Questa obiettiva osservazione clinica esclude che sia appropriato medicalmente e corretto eticamente applicare a questo malato il giusto principio di rispettare il sopraggiungere ormai inevitabile della morte e non opporsi al decorso naturale dell’agonia con interventi inappropriati che prolungano solamente la sofferenza del morente. Come hanno ricordato recentemente l’arcivescovo di Reims, monsignor Éric de Moulins-Beaufort, e il vescovo ausiliare della stessa diocesi, monsignor Bruno Feillet, nella situazione di Vincent “è in gioco l’onore di una società umana non lasciare che uno dei suoi membri muoia di fame o di sete e fare tutto il possibile per mantenere fino alla fine le cure appropriate. Permettersi di rinunciarvi perché una tale cura ha un costo o perché sarebbe inutile lasciar vivere la persona umana rovinerebbe lo sforzo della nostra civiltà. La grandezza dell’umanità consiste nel considerare come inalienabile e inviolabile la dignità dei suoi membri, specialmente i più fragili”, in qualunque condizione essi si trovino».

@LeoneGrotti

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