Zero Covid, zero Pil

Così l’accanita strategia antivirus del regime di Pechino ha devastato l’economia cinese, messo in fuga gli investitori e aggravato l’ingorgo internazionale delle merci. Con conseguenze globali che il mondo, “distratto” dalla guerra in Ucraina, non ha ancora compreso

A Ho Chi Minh City non devono aver preso troppo bene la notizia che in Cina, dopo mesi di lockdown durissimo, il governo cominciava a rassegnarsi all’idea di dover riaprire – sia pure gradualmente e con tutte le prudenze del caso – le attività economiche di Shanghai. Da quando Pechino ha inasprito la politica “zero Covid”, sigillando quartieri e città e separando forzatamente intere famiglie pur di eradicare il virus, per il Vietnam è stata una cuccagna. Con una strategia ricalcata su quella dei paesi occidentali (vaccinazioni di massa, evitando gli inefficaci sieri cinesi), Hanoi è in breve tempo riuscita nell’intento di combattere la pandemia senza paralizzare l’economia. Anzi, il congelamento di ogni attività fortemente voluto dal leader cinese Xi Jinping e che ha colpito decine di centri oltre Shanghai, ha indotto molti investitori internazionali a valutare un addio alla Cina e – giocoforza – guardarsi intorno per elaborare un’exit strat...

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