L’Unione Europea chiede la liberazione di Meriam: «Verdetto disumano. Il Sudan rispetti la libertà religiosa»

Jose Manuel Barroso, Herman Van Rompuy e Martin Schulz, a capo delle maggiori istituzioni europee, hanno «espresso profondo sgomento e preoccupazione» per il caso della donna

Anche l’Unione Europea si è mossa per chiedere al Sudan la revisione della sentenza che ha condannato lo scorso 15 maggio la cristiana Meriam Ibrahim alla pena capitale per apostasia e a 100 frustate per adulterio.

«VERDETTO DISUMANO». Jose Manuel Barroso, Herman Van Rompuy e Martin Schulz, a capo delle maggiori istituzioni europee, hanno «espresso profondo sgomento e preoccupazione» per il caso della donna e ricordato che il Sudan ha «l’obbligo internazionale di proteggere la libertà religiosa e di credo».
Ecco perché hanno chiesto che «le autorità responsabili del Sudan e la Corte di appello revochi il verdetto disumano».

MARTIN IN ORFANOTROFIO? Meriam si trova in carcere dal 17 febbraio e fino ad ora ha sempre rifiutato l’offerta dei giudici musulmani di convertirsi all’islam. Vive in cella insieme alla piccola Maya, appena partorita, e al primo figlio Martin, che però tra meno di quattro mesi, al compimento dei due anni di vita, potrebbe essere tolto alla custodia della madre e affidato a un orfanotrofio, essendo secondo la sharia un figlio illegittimo in quanto nato dal matrimonio tra una musulmana e un cristiano, Daniel Wani.

LE ACCUSE DEL “FRATELLO”. Meriam in realtà è sempre stata cresciuta come cristiana dalla madre ortodossa. Il padre, musulmano, ha lasciato la famiglia quando lei aveva appena sei anni ma secondo le accuse del fratellastro Meriam è nata musulmana e solo dopo si è convertita al cristianesimo.
La Corte d’appello intanto ha cominciato a rivedere il caso, anche se ci vorranno diverse settimane prima che si arrivi a un verdetto.

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