Ucraina. Se la situazione precipita, l’Europa (e l’Italia) hanno tutto da perdere

Mosca fornisce all'Ue il 41 per cento del gas che utilizza e al nostro paese quasi la metà. Le sanzioni economiche Usa in caso di invasione russa sarebbero devastanti anche per l'Europa. Va trovata una mediazione

Mentre gli Stati Uniti continuano ad annunciare che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è imminente, dando il via libera al dispiegamento di armi e soldati nel paese sotto minaccia, l’Europa frena. Le sanzioni minacciate dagli Usa in caso di aggressione, infatti, metterebbero in fortissima difficoltà non soltanto Mosca, ma anche i paesi dell’Unione Europea, già travolti da una crisi energetica senza precedenti.

L’Europa frena sull’Ucraina

L’Europa importa i due terzi del gas naturale che consuma e il 41 per cento viene acquistato dalla Russia. Grazie ai contratti a lungo termine firmati con i paesi membri, soprattutto l’Italia, le forniture di Mosca costano meno rispetto ai prezzi di mercato. Anche se un eventuale parziale stop ai 14 miliardi di metri cubi di gas che la Russia fornisce all’Europa ogni mese potrebbe essere compensato da Norvegia, Algeria e Azerbaigian, i Ventisette si troverebbero comunque in guai seri. In difficoltà sarebbe anche Mosca, dal momento che il 45 per cento del suo Pil dipende dalle esportazioni di gas.

È evidente che Europa e Russia hanno bisogno l’una dell’altra ed è nella cornice di questa interdipendenza che va inquadrata la riluttanza europea a fare la voce grossa con Mosca. Bruxelles sta ragionando sulla possibilità di inviare a Kiev una missione composta da 30-50 addestratori dell’esercito, sulla scorta dei 700 inviati da Usa, Canada e Regno Unito. Se Polonia, Romania, Svezia e i paesi baltici spingono per questa soluzione, soprattutto Italia e Germania frenano temendo che la mossa venga interpretata come «una provocazione non necessaria». Berlino e Roma preferiscono dimostrare amicizia all’Ucraina con aiuti finanziari, Parigi, presidente di turno dell’Ue, non si è ancora espressa aspettando prima i colloqui tra Emmanuel Macron e Putin.

L’Italia ha tutto da perdere con la Russia

Se la tensione dovesse aumentare ancora e la Russia invadesse davvero l’Ucraina, gli Usa non subirebbero grandi ripercussioni, mentre l’Italia avrebbe tutto da perdere. Le importazioni di gas russo soddisfano la metà del fabbisogno energetico del nostro paese e nel 2020 il made in Italy esportava in Russia per circa 10 miliardi di euro, mentre alcune banche italiane sono esposte in Russia per oltre un miliardo.

Come scrive Federico Fubini sul Corriere, «di colpo questi rapporti sarebbero in discussione, qualora la crisi precipitasse». Le sanzioni economiche ipotizzate dagli Usa – scollegare il settore bancario russo dal sistema di pagamenti internazionali Swift, impedire a Mosca di convertire i rubli in dollari e bloccare il progetto Nord Stream 2 – sarebbero devastanti anche per noi. Resta da capire che cosa le farebbe scattare.

Con Putin bisogna mediare

Non è un caso che Biden abbia inizialmente dichiarato che una «piccola aggressione» sarebbe valutata diversamente da un’invasione in piena regola. Se cioè il Donbass, già controllato da milizie filorusse, chiedesse l’indipendenza come la Crimea e Mosca inviasse una «missione di peace-keeping», le ripercussioni potrebbero essere minori anche se il rischio di un conflitto aperto con Kiev sarebbe a quel punto altissimo. Trovare una mediazione che eviti la guerra, senza calare le braghe davanti a Putin, è la priorità sia dell’Ucraina che dell’Europa.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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