L’Ucraina ordina il ritiro delle truppe dalla Crimea

Sono state 189 le basi militari e le strutture pubbliche ucraine in Crimea attaccate e conquistate dai russi nel week end

Sono 189 le strutture e le unità militari ucraine in Crimea passate in mano ai russi dopo questo week end. L’ultima presa è stata la base navale ucraina di Fedosia, rimasta in mano a Kiev anche dopo il referendum che ha sancito la secessione della regione. A darne notizia è stato il portavoce della Difesa ucraina Vladislav Seleznyov, che ha spiegato come i russi abbiano attaccato la base da due direzioni diverse e facendo fuoco con armi automatiche e granate stordenti. Gli ufficiali, dopo che la base è stata presa, sono stati legati con delle corde ai polsi. Stamattina l’Ucraina ha dato l’ordine di ritiro alle truppe di stanza in Crimea: lo ha deciso e reso noto il presidente Olexander Turchynov, dopo le minacce ricevute anche dalle famiglie dei militari.

LA DUMA: «SPARTIAMOCI L’UCRAINA». Come se non bastasse, ad alzare i livelli di guardia ci ha pensato anche la Duma, la camera bassa del parlamento russo, autrice di una inquietante gaffe diplomatica. Il vicepresidente della camera russa, Vladimir Zhirinovsky, infatti ha inviato una lettera al ministro degli Esteri polacco, proponendo letteralmente di spartire l’Ucraina tra federazione russa e Polonia. In particolare il parlamentare russo, esponente di un partito ultranazionalista e noto per le sue provocazioni, ha chiesto di indire un referendum chiedendo alle regioni ucraine di Volyn, Lviv , Ivano- Frankivsk, Ternopil e Rivne se volessero passare alla Polonia. L’arrivo della missiva è stato confermato ufficialmente dal ministero polacco, anche se è stato sottolineato che nessuno l’ha presa seriamente.

 IL G7 CHE AFFRONTA LA CRISI. Stamattina il presidente Usa Barack Obama è arrivato in Olanda per il vertice all’Aja sulla sicurezza nucleare e al G7 sulla situazione in Ucraina, previsto già per oggi pomeriggio. Obama ha sottolineato che «Usa e Ue sono uniti nel sostegno a Kiev» e ribadito la linea che porterà avanti al vertice dei 7: «Le azioni della Russia sono semplicemente inaccettabili, devono esserci delle conseguenze e se Mosca continua ad aggravare la situazione con una escalation, allora dobbiamo essere preparati a imporre un costo più alto». Pochi minuti dopo le quattro, c’è stato il primo incontro tra Obama e il premier italiano Matteo Renzi, e si sono salutati calorosamente, prima dell’ingresso al vertice sulla sicurezza nucleare.

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