Susanna in campo con la Torres. È nel momento del bisogno che si vedono i veri tifosi

Cari amici, quando vi racconterò questa storia capirete perché abbia aspettato tanto tempo. La mia tristezza era troppa per parlarne subito ma, come penso sempre io, risolleveremo la testa!

Quando i miei ragazzi della Torres calcio sono venuti a trovarmi gli avevo promesso (mai fare promesse che non si possono mantenere, lo so, ma ci sono cascata!) che sarei andata all’ultima partita di campionato, in maggio, mai immaginando che il tempo avrebbe complottato contro di me e non avrei potuto mantenere la parola data, e questo mi è dispiaciuto molto. Ho deciso che sarei andata ai playoff, dovevo far sentire ai ragazzi che ero al loro fianco e dar loro un po’ di coraggio.

Il 18 maggio si giocava Torres-Forlì e volevo andare fortemente anche perché avevo saltato tutto il campionato ed era arrivato il momento di essere al fianco dei ragazzi.

I giorni prima faceva bel tempo e la mattina del 18 anche, ma il pomeriggio sembrava volesse piovere; ancora una volta il tempo voleva impedirmi di andare, ma questa volta… i ragazzi avevano bisogno di me…. il dodicesimo “uomo” (donna) sarebbe stato in campo.

Intanto la mia amica Valentina Sanna (l’addetta stampa della Torres) aveva predisposto tutto per accoglierci. Arrivati allo stadio “Vanni Sanna”, all’ingresso ci è sembrato di ri-girare il film “Non ci resta che piangere”! Per poter entrare dovevamo rispondere alle domande: “Chi siete? Dove andate? Cosa trasportate? Ma quanti siete? Un fiorino”! Beh come inizio non era male…. cosa ci aspettava ancora? Arrivati al nostro albero “alla fine del mondo” per riprendere una frase di papa Francesco ci siamo sistemati e sono venuti a salutarci Valentina, Andrea Budroni e il vicepresidente Filippo Salaris. Dopo un po’ lo speaker ha annunciato la mia presenza in campo e tutti gli spettatori si sono alzati in piedi in uno scrosciante applauso. Sono voluta andare sotto la curva a salutare gli ultras perché già l’altra volta mi avevano dimostrato il loro affetto e volevo ricambiare e, mentre passavo per salutarli, si sono alzati tutti in piedi ad applaudirmi, un vero boato. E cantavano: “Una di noi, Susanna una di noi”! Insomma, anche la curva della Torres mi ha adottata. Devo ammettere che ero emozionata e mi ha preso la tremarella alle gambe…. meno male non dovevo camminare altrimenti avrei fatto un bel capitombolo!

Tornati nella mia postazione lo speaker ha annunciato le formazioni; la partita stava per iniziare quando, ho visto i miei ragazzi “rompere i ranghi” e correre verso di noi. “Che fanno?”, mi sono chiesta. Sono venuti a salutarmi e fare la foto con tutta la squadra schierata, i 12 (gli 11 più una!) giocatori al completo! Devo ammettere che mi ha preso un groppo in gola dall’emozione, e i ragazzi sono stati troppo carini e affettuosi. Che grandi!

Tornati in campo la partita ha avuto inizio e, nonostante i ragazzi continuassero ad attaccare, non si riusciva a sbloccare il risultato. Solo a fine primo tempo una magia di Alberto Filippini ci ha regalato il gol, e ho subito pensato a quanto ci era mancato nelle ultime partite perché è “un tipo col vizietto del gol”! Nell’intervallo indovinate chi è venuto a trovarmi insieme alla mia amica Valentina? Quel grande mito di Antonino Bonvissuto (la lingua piu veloce del west)! Dopo esserci fatto le foto di rito, ho detto ad Antonino: «Se ti fa entrare, fai un gol per me e tieni la bocca chiusa!». Non volevo che prendesse qualche cartellino rosso in un momento così delicato. È inutile, questo ragazzo si trasforma: da gentile, premuroso e affettuoso fuori dal campo a un demonio in campo! Altro che Hulk!

Ripresa la partita i ragazzi cercavano di consolidare il risultato, ma non gli riusciva e io ero sempre in apprensione perché un gol era facile da rimontare. Mi chiedo: ma questi ragazzi se lo immaginano quali spaventi mi fanno prendere? Visto che sono più “linguacciuta” di Antonino vi racconto cosa è accaduto sul finire del secondo tempo a proposito di…. spaventi!

Mentre i miei ragazzi attaccavano, il grande Nicola Ciotola ha tirato una pallonata pazzesca… ma che dico pallonata… quello era un missile che vedevo arrivare all’altezza della mia faccia. Mentre vedevo che il pallone si avvicinava alla mia faccia, in un lampo ho pensato: «Questa mi stacca la testa e, se non la stacca, finisco tipo cartone animato con la testa come un foglio di carta velina”! Mi sono vista persa e in quel momento Nicola si deve essere accorto del missile lanciato e si è messo le mani nei capelli. Ma avevo al mio fianco il “vice” di Daniel Leone (l’onnipresente Immacolata) che con una parata stratosferica, e rimettendoci spalla e polso, ha salvato la mia testa dalla “decapitazione”!

Pensate che il poliziotto che era al nostro fianco e che cercava di intuire la traiettoria del pallone per parare quella bomba, si è rivolto a Immacolata dicendo: «Signora, che parata…. complimenti».

Adesso vorrei dire a Nicola: «Se non mi volevi, se non volevi il dodicesimo giocatore in campo, se pensi ti voglia rubare il posto in squadra, potevi dirlo e mi tenevo lontana dallo stadio “Vanni Sanna”! Che diamine! Non c’era bisogno di rivestire i panni del killer prezzolato. E dire che hai un bel faccino sorridente».

Beh, stavolta l’avevo scampata!!

Finita la partita ho visto una corsa di “bersaglieri” verso di me, c’erano proprio tutti, anche quelli in panchina…. erano tanti e belli come il sole… compreso il “mio killer”!

A fine partita è tornato il vicepresidente Filippo Salaris e mi ha regalato la maglia della mia amata Torres che, come sempre, avrei custodito tra le mie cose più preziose.

Adesso non mi rimaneva che aspettare la partita di ritorno sapendo che i “miei ragazzi” avrebbero dato il massimo per andare avanti e conquistare la famosa C UNICA. Devo ricordare a tutti che questi ragazzi sono davvero legati a questa maglia, l’amore per la vecchia e gloriosa Torres ti entra nel cuore e non ti abbandona mai più!

Purtroppo andare a Forlì non è servito a portarci nella C UNICA perché abbiamo preso “3 bei ceffoni” che ci hanno sbarrato la strada ma vorrei difendere questi ragazzi che ci hanno creduto fino all’ultimo e hanno giocato col cuore. E’ andata così, non condanniamoli e stiamogli ancora più vicini, adesso hanno bisogno di sentire l’affetto dei propri tifosi. Non lasciamoli soli!

Molti tifosi saranno adirati e ne avranno dette di tutti i colori a questi ragazzi ma io vi chiedo: voi sareste riusciti a fare di meglio? Non fatemi ridere… non scagliate la prima pietra, cercate di pensare che questi ragazzi hanno fatto una rimonta eccezionale perché credevano in questo sogno e alla fine forse non hanno retto alla tensione accumulata, ma cosa si può loro imputare? Niente! Si è visto dalle loro facce disperate che gli dispiaceva, quindi dobbiamo stargli ancora più vicini. Non si sta vicino alla propria squadra solo quando si vince, no, è proprio quando è in difficoltà che bisogna stringersi intorno a loro e fargli sentire il proprio affetto!

Spero che “tutti i miei ragazzi” rimangano nella mia amata Torres e per questo mi rivolgo al presidente Capitani e al vicepresidente Salaris: “SIAMO un bel gruppo”, fate in modo che questo gruppo lavori bene per il futuro della MIA TORRES (scusate Capitani e Salaris, forse vi eravate illusi che la Torres fosse vostra?? Sbagliato…. è mia!!).

La MIA grande Torres risolleverà la testa e tornerà più grande di prima, fidatevi di questa tifosa!

bacioni

Susanna

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