La “morte all’italiana” ha un solo scopo: sopprimere i disabili

Oggi arriva in aula alla Camera il testo unificato sul suicidio assistito. Un mostro giuridico letale per i disabili che divide i malati dalle famiglie, esautora i medici e affida potere di vita e di morte ai giudici

Oggi arriva in aula alla Camera il testo unificato sul suicidio assistito, ipocritamente e fumosamente denominato "Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita". È il prodotto dell'unione di sette proposte di legge d'iniziativa di deputati e ha come relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s). Leggendo il testo si capisce fin da subito come la legge, che è composta di nove articoli e che avrà probabilmente un iter lungo e travagliato, abbia come obiettivo non la soppressione di malati terminali ma quella dei disabili.
L'obiettivo è sopprimere i disabili
L'articolo 3 infatti, che determina presupposti e condizioni, sancisce che può richiedere di morire chi sia affetto «da una patologia irreversibile e con prognosi infausta» o da una «condizione clinica irreversibile, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche che la persona stessa trova assolutamente intollerabili».

Una definizione così vaga non solo non specifica che il malato deve esser...

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