Squinzi “uomo del fare” dovrà risanare la spaccatura in Confindustria

Ritratto del nuovo presidente di Confindustria che ha prevalso per una manciata di voti su Alberto Bombassei. Le pedalate con Romano Prodi, l'amicizia con Fedele Confalonieri, la gestione familiare della Mapei. Ha detto di voler essere «il presidente di tutti». Suo primo compito sarà infatti di far ritrovare unità all'associazione.

Giorgio Squinzi è il nuovo presidente di Confindustria. Il patron della Mapei, appassionato di ciclismo è stato l’unico imprenditore ad aver assunto la carica di presidente europeo dei chimici. Nel passato infatti, nella più alta carica del settore erano stati eletti solo dei manager, mai dei titolari d’impresa: un riconoscimento delle qualità, non solo imprenditoriali, ma anche organizzative del neo eletto inquilino di via dell’Astronomia.

La Mapei è un’impresa familiare: Giorgio Squinzi è amministratore unico (nessun Cda) la sorella gestisce tutta l’area amministrativa e nella società lavorano figli e nipoti. Nonostante l’impronta familiare la Mapei è distribuita capillarmente in tutto il mondo, investe 100 milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo e nell’ultimo bilancio la società ha registrato un utile di oltre 25 milioni di euro, generati da oltre 1,5 miliardi di euro di ricavi. Una marginalità non imponente, ma comunque presente in tempi bui per l’economia real estate.

«Uomo del fare», Giorgio Squinzi si è sempre paragonato con la politica in modo bipartisan per discutere su temi di economia reale. Durante il governo Prodi, passava le domeniche mattina in bicicletta con l’allora presidente del Consiglio e, tra una pedalata e l’altra, dava dei suggerimenti sui temi legati al mondo dell’imprenditoria. Dall’altra parte è legato a Fedele Confalonieri che è stato uno dei suoi più importati sponsor in Confindustria. Ma, il motivo della sua elezione non è politico.

Entrambi i candidati godevano di ottimi curricula e entrambi sono imprenditori di successo. Per questa ragione si è arrivati ad un testa a testa finale, vinto da Squinzi per una manciata di voti. Ma nonostante la spaccatura in Confindustria il “sentiment” è positivo e le parole del nuovo eletto («sarò il presidente di tutti») non sono state di circostanza. La vera prova del nove sarà il prossimo 23 e 24 maggio, all’Assemblea generale di Confindustria. In quell’occasione si renderà evidente quanto il nuovo presidente sarà accettato come tale o se rimarranno le fratture ante votazione.
Twitter: @giardser    

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