Siria. Ribelli, islamisti, moderati, jihadisti: chiamateli come volete, ma hanno ucciso 700 persone in nove giorni

In scontri tra diverse fazioni di ribelli che dovrebbero combattere Assad hanno perso la vita anche 100 civili

Negli ultimi nove giorni, 700 persone sono state uccise in Siria durante scontri tra diversi gruppi che combattono per abbattere il regime del presidente Bashar Al Assad. La notizia è stata riportata dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, tra le fonti più attendibili sulla guerra siriana.

RIBELLI E TERRORISTI. È dallo scorso 3 gennaio che i guerriglieri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), gruppo legato ad Al Qaeda che vuole rendere la Siria uno Stato islamico, vengono attaccati nel nord del paese, soprattutto a Raqqa e Aleppo, da una strana alleanza composta da alcune formazioni dell’Esercito libero siriano, dai qaedisti di Jabhat Al Nusra (ma in rotta con l’Isil) e dagli estremisti del Fronte islamico (che alcuni giornali chiamano “moderati” ma che ad Aleppo frustano in piazza le persone che non vanno in moschea). Anche queste ultime due brigate vogliono trasformare il paese in un Califfato islamico al pari dell’Isil.
Nei giorni scorsi lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante aveva perso Raqqa e alcune postazioni ad Aleppo ma nel fine settimana ha riguadagnato terreno riprendendosi quasi tutta la città di Raqqa e Tal Abyad.

700 VITTIME. Sia i guerriglieri dell’Isil, che quelli della coalizione tra ribelli, Al Nusra e Fronte islamico hanno ucciso e giustiziato uomini della fazione avversaria. In tutto 600 combattenti e 100 civili hanno perso la vita in quella che non è mai sembrata tanto lontana dall’essere una guerra di liberazione del popolo siriano.

@LeoneGrotti

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