Il gioco che celebra Greta e Rosa Parks offende i trans

Oxfam ha ritirato il bingo "Wonder Women", tributo a 48 donne che però «non rispetta tutti i generi». Nel mirino le figurine di Jk Rowling e Ellen Page prima della transizione

Oxfam ha ritirato il gioco Wonder Women, tributo alla donne «che hanno lasciato un segno nel mondo» perché offende i trans

Non mancava nessuno, anzi nessuna: l’ennesima contropartita a un mondo dominato dal maschio tossico e dalle disuguaglianze di genere annoverava l’onnipresente Jane Austen, la pioniera dei diritti civili Rosa Parks, l’attivista climatica Greta Thunberg, il Nobel per la pace Malala Yousafzai, la scienziata Marie Curie, Anna Frank, la scrittrice nigeriana femminista Chimamanda Ngozi Adichi, e decine di altre donne: 48 in tutto, 48 donne «che hanno lasciato un segno nel mondo».

Stiamo parlando di un gioco per bambini, “Wonder Women. A Bingo Game”, un tributo alle icone dell’empowerment, capaci di promuovere il rafforzamento della presenza femminile in ogni settore dello sviluppo umano, politico, economico, culturale eccetera eccetera. Un gioco che è diventato proibito. E chi poteva bandirlo, trovarlo offensivo, sconveniente, inaccettabile, insomma decretarne la rimozione dai negozi come una statua di un mercante di schiavi da Bristol o l’account di un deputato repubblicano colpevole di aver usato il pronome maschile in riferimento alla prima ammiraglia transgender alla Casa Bianca su Twitter?

Per i trans il gioco «non rispetta tutti i generi»

«Abbiamo preso la decisione di rimuovere il gioco dalla vendita a seguito delle preoccupazioni sollevate da colleghi trans e non binari che ci hanno detto che non era all’altezza del nostro impegno a rispettare le persone di tutti i generi»: è questa la sconcertante dichiarazione di Oxfam, riportata da un sempre più sconcertato Times, il primo media insieme al podcast di due giornalisti della Bbc a denunciare il racket ideologico di Stonewall, la più grande lobby lgbt inglese sulle istituzioni del paese. Perché praticare l’uguaglianza sta diventando imbarazzante se anche un ente di beneficienza che si batte per porre fine alla povertà e migliorare i diritti delle donne arriva a fare mea culpa con le figurine di Rosa Parks o Greta Thunberg tra le dita.

La strega Rowling, Ellen invece di Elliot

L’ente di beneficenza ha rifiutato di chiarire cosa ci fosse di preoccupante e offensivo in un gioco per bambini, ma la presenza tra le donne “fonte di ispirazione” per i giovani di Jk Rowling (autrice di Harry Potter, eletta a madre di tutte le “terf” per aver messo in discussione che donne trans e donne biologiche siano la stessa cosa) per l’ipercensurata giornalista femminista lesbica Julie Bindel spiegherebbe molte cose. Non solo: tra le cartelline del bingo “Wonder Women” figurerebbe anche il viso dolce e col capello lungo di una Ellen Page prima della transizione, cioè prima di chiamarsi Elliot e immortalarsi su Instagram a petto nudo, con cicatrici della mastectomia, addominali scolpiti e l’hashtag «Trans è bello» (#transisbeautiful). E che c’è di più transfobico del non avallare la cancellazione della realtà e ascrivere la sua nascita all’olimpo delle donne che hanno «lasciato un segno nel mondo»?

Oxfam firma l’agenda della lobby trans

Scrive il Times che Laurence King, editore del gioco, abbia proposto a Oxfam di sostituire il profilo di Page e aggiornare il bingo andato un produzione prima dell’annuncio della transizione, proposta declinata dall’ente benefico dalle cui librerie si stanno dimettendo le volontarie: «Questo è un affronto a tutte le donne che raccolgono fondi e fanno beneficienza», ha tuonato Ulrike Bullerby, cinquantenne, madre di due figli e con un’esperienza da libraia lunga un quarto di secolo, prima di consacrare dieci anni della sua vita al volontariato per Oxfam: «Mi sento come se le donne fossero sotto attacco. Non ci è permesso dire una parola, celebrare le donne a pieno titolo. È una follia» dice riferendosi alla campagna “all genders” che in Inghilterra – lo abbiamo scritto più volte – conferisce cittadinanza a “menstruator”, persone incinte o con la cervice, non più a “donne” e “madri”. «Vogliono da noi una sottomissione totale. Vogliono che accettiamo tutto, compreso negare che il sesso esiste e chiamare il sesso femminile in questi termini. Siamo retrocesse a “persona con la cervice” e siamo state censurate quando abbiamo protestato “no, sono una donna”. Se Oxfam entra a far parte di questa cultura. . . allora non posso più rappresentarlo».

Dalla libraia alle prof. con le guardie le corpo

Nelle accademie e in molte redazioni del Regno Unito docenti, femministe, giornaliste sono state messe al rogo per aver sostenuto ciò che chiaro a qualunque signora Bullerby che si batte per aiutare le donne nei paesi in via di sviluppo senza fare distinguo e classifiche e soprattutto discriminazioni in base all’identità di genere. Oggi le “minacciose” prof convinte che il sesso biologico esiste, come Kathleen Stock, docente di Filosofia dell’Università del Sussex, o Selina Todd, docente di Storia moderna a Oxford (Tempi vi aveva raccontato la loro storia qui), sono costrette a girare nei campus con le guardie del corpo e guardarsi le spalle da colleghi e studenti. In molti dando notizia del ritiro del bingo “Wonder Women” hanno ricordato gli scandali sessuali che hanno travolto la ong e i suoi funzionari ad Haiti o nella Repubblica del Congo: quasi scontato il tentativo di rifarsi una verginità adottando l’agenda per i nuovissimi diritti di trans e non binari. Lobby che persa (per ora) la battaglia contro Netflix e Dave Chappelle, tornano a fare bingo nel campo che è loro proprio: la cancellazione delle donne, anche delle wonder women.

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