“Al governo parlano di referendum ma alle regionali sarà una batosta” è il titolo oggi scelto dalla Stampa per un’intervista al leader di fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, partito in grande ascesa. Il suo ragionamento è semplice: i cinquestelle parlano del taglio dei parlamentari (il “sì” nei sondaggi è dato in vantaggio) per offuscare quello che sarà il risultato del voto alle elezioni regionali (Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta).
Perché Meloni parla di “batosta”? Perché iniziano a circolare sondaggi poco piacevoli per M5s e Pd che, a parte la Liguria, si presentano divisi in tutte le Regioni. C’è chi dice, addirittura, che potrebbe finire 6 a 7 per il centrodestra, con la sola Campania di Vincenzo De Luca al sicuro. La lettera del segretario Pd Nicola Zingaretti a Repubblica, sin dal titolo “Pd sotto attacco. Chi cerca altre strade lo dica“, testimonia un certo nervosismo.
Il caso più clamoroso di ribaltone sarebbe senz’altro costituito dalla Toscana, regione rossa per eccellenza. Secondo un sondaggio Winpoll-Cise pubblicato sul Sole 24 Ore «il candidato Eugenio Giani (centrosinistra) è accreditato al 43,0%, appena 0,5 punti percentuali in più rispetto alla candidata del centrodestra Susanna Ceccardi (42,5%)» (la grillina Irene Galletti è all’8,3 per cento). Commentando il risultato della consultazione, Roberto D’Alimonte e Lorenzo De Sio non possono fare a meno di chiedersi se, dopo l’Emilia-Romagna, anche la Toscana sia diventata “contendibile”: «La partita è aperta, come lo era alla vigilia del voto anche in Emilia-Romagna. Lì è finita bene per il centrosinistra. Ma lì c’era Bonaccini e qui c’è Giani».
I due studiosi, oltre a far notare che la tendenza storica per la sinistra è a perdere consensi su un territorio da sempre “suo”, puntano il dito sulla debolezza del candidato Giani che ha poca “attrazione personale” oltre il recinto dei partiti che lo sostengono e dunque non sa pescare consensi né tra i cinquestelle né nella sinistra radicale. «Una situazione competitiva, quindi, che lascia presagire un intenso finale di campagna elettorale».
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