Fuga da Ramadi. «Ho perso tre figli. Sotto l’Isis era terribile: i cani vivevano meglio di noi»

Storia di Khamis Humadi: «Due mie figlie mentre scappavano hanno innescato una bomba. Un altro è stato rapito e ucciso dai jihadisti»

«La vita era terribile, i bambini avevano paura. I cani stavano meglio di noi». Khamis Humadi (foto in basso) è riuscito a scappare dalla città irachena di Ramadi, quasi interamente riconquistata dall’esercito iracheno dopo sette mesi di dominio dello Stato islamico. Oggi abita in una tenda nel campo profughi dell’Onu Amiryat Al-Falluja. Con i figli che sono sopravvissuti.

I BOMBARDAMENTI. Humadi ricorda la sua fuga. «Un giorno, all’improvviso, i raid aerei hanno cominciato a colpire la città. La nostra casa è stata bombardata insieme a quella dei vicini», racconta alla Bbc. «Io e la mia famiglia siamo scappati ma ho perso due figlie». Mentre correvano, una delle sue figlie ha messo il piede su una bomba. L’esplosione ha ucciso anche la sorella, mentre «io e gli altri eravamo più distanti. Detriti e frammenti di proiettile sono volati ovunque colpendo gli altri bambini».

JIHADISTI LOCALI. L’Isis ha conquistato Ramadi a maggio del 2015. «All’inizio alcuni jihadisti erano stranieri ma poi se ne sono andati», continua Humadi, lasciando il posto «a membri locali dell’Isis. L’85 per cento dei combattenti proveniva dalla nostra zona, sono loro che hanno distrutto tutto. Una volta hanno preso un uomo e l’hanno accusato di aver informato la polizia su un attentato di 13 anni prima. Gli hanno spezzato braccia e gambe».

FIGLIO UCCISO. I jiahdisti hanno anche rovinato la sua famiglia: «Un giorno hanno preso mio figlio e l’hanno portato via. Era accusato di essere un membro della polizia o una spia dell’esercito. Dopo circa un anno sono venuti da me e mi hanno detto: “L’abbiamo ucciso. Non azzardarti più a fare domande sul suo conto”».

CITTÀ DISTRUTTA. Ancora oggi, a un mese dall’annuncio della liberazione di Ramadi, si continua a combattere. Gruppetti di jihadisti occupano stabilmente alcuni quartieri del nord e dell’est della città. Ramadi era abitata da circa 500 mila persone e per recuperarla l’esercito, aiutato dai raid degli aerei occidentali, l’ha quasi rasa al suolo. Secondo l’Onu più di 3 mila edifici sono stati danneggiati, 1.500 distrutti e oltre il 60 per cento della capitale della provincia di Anbar è ormai un cumulo di macerie.

Foto Ansa/Ap

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